«Multate i romani o sarete multati». La minaccia di Ama ai netturbini
La circolare Ama è chiara: “Multate o verrete multati”. Mentre la spazzatura invade strade e marciapiedi della Capitale perché i camion dei netturbini non passano, la municipalizzata dei rifiuti, ha avuto un’idea geniale. Inviare trecento dipendenti non a raccogliere l’immondizia, ma a fare sanzioni. Un’altra trovata surreale ai tempi della sindaca Raggi. Non si tratta degli ispettori in forza alla società del Campidoglio, quelli che da contratto devono far questo, controllare e punire. Sono invece dei controllori di netturbini e spazzini. La maggior parte impiegati, ma anche qualche dirigente.
Il paradosso dei netturbini controllori dei netturbini
Insomma, personale assunto per altri ruoli. Per esempio gestire la raccolta della spazzatura, ma che come mansione aggiuntiva. Da oggi, darà la caccia a chi lascia i sacchetti fuori dai cassonetti. Anche se frequentemente sono stracolmi e non ci sono alternative. O, peggio, la spazzatura è stata regolarmente conferita nei cassonetti. Poi, qualcuno (in genere nomadi) la preleva dai bidoni per trovare qualcosa da riciclare. A quel punto, la spazzatura del malcapitato finisce sul marciapiede. Magari è anche riconoscibile. E scatta la multa nei suoi confronti. Oltre al danno, la beffa.
L’ordine di servizio firmato Ama
L’ordine di servizio emanato poche settimane fa dall’azienda capitolina mette in chiaro che chi non effettuerà sanzioni, sarà a sua volta multato. «Il mancato esercizio dell’attività di controllo/repressione – si legge nella circolare – sarà considerato infrazione disciplinare e come tale sanzionato».
Tuttavia, il compito di multare coloro che infrangono le regole spetterebbe agli ispettori del Campidoglio. C’è anche un altro problema, da non sottovalutare. Secondo la direttiva dell’Ama, infatti, tutti dovrebbero essere puniti, anche coloro che sono costretti a lasciare i sacchetti dell’immondizia accanto ai cassonetti perché inservibili.
L’iniziativa, inoltre, è stata assunata prima delle dimissioni dell’intero Cda, avvenute a inizio ottobre. Attualmente, alla guida dell’azienda c’è l’amministratore unico Stefano Zaghis. Sarà lui a decidere se confermare o meno le decisioni adottate prima del suo arrivo. Di sicuro c’è che, come sottolinea Il Messaggero, i blocchetti per le sanzioni sono stati già consegnati ai 300 dipendenti che, in teoria, dovrebbero svolgere altre mansioni, ma che hanno l’abilitazione per fare le multe.