Meloni: «Bene Pacifici. Sì alle modifiche al testo Segre per un consenso unanime»

31 Ott 2019 18:17 - di Redazione
meloni

La mozione Segre rischia di trasformarsi in un boomerang per il centrosinistra che lo ha prima votato e poi strumentalizzato. O, meglio, ha tentato di farlo accostando la motivata astensione del centrodestra a non meglio precisati rigurgiti di antisemitismo. Se il tentativo non è riuscito il merito è anche di Riccardo Pacifici, ex-presidente della comunità ebraica di Roma. È stato lui a dire che quel voto rischia di fare più bene che male a chi si batte contro l’odio sul web. E sempre lui ad avere auspicato una riformulazione della mozione al fine di farle ricevere maggiori consensi.

La leader di FdI d’accordo con l’ex-presidente degli ebrei romani

E Giorgia Meloni glielo riconosce volentieri: «Bene – ha detto la leader di FdI intervistata dall’Adnkronos – la richiesta di Pacifici, di modifica della mozione Segre appena approvata in Senato affinché possa ottenere il consenso unanime delle forze politiche». La Meloni ha quindi giudicato alla stregua di «un errore politico» la volontà di Pd, M5S, Leu e Iv di «utilizzare questa preziosa occasione per dare vita a uno strumento di censura arbitraria delle idee non condivise dalle forze di maggioranza». La leader di FdI ne cita due per tutte: «La difesa dell’identità nazionale e della famiglia naturale».

L’attuale testo Segre è politicamente orientato

In poche parole, così come congegnata, la mozione della senatrice Segre finisce per criminalizzare ogni forma di dissenso dal politicamente corretto. «Fratelli d’Italia – ha sottolineato in proposito la Meloni – è pronta a collaborare per l’istituzione di una commissione che abbia come finalità il reale contrasto a ogni forma di intolleranza e antisemitismo». Si tratta di «valori», ha concluso la leader della destra, «che devono essere patrimonio condiviso di tutti gli italiani e non pretesto di scontro politico». Disponibilità massima, come si vede. Ora la palla ritorna nella metà campo della sinistra. Sta ai suoi dirigenti ora dimostrare che il problema dell’odio in rete lo vogliono risolvere e non, come sembra, strumentalizzare.

Commenti

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  • Rocco MASTROCOLA 1 Novembre 2019

    Tedeschi nel mio paese – Nel 1945, sono nato a Orsogna – CH, un paesino sulla Linea Gustav, Linea Invernale, occupato dagli alleati tedeschi, divenuti invasori, dopo l’8 settembre 1943. Gli ex nemici, divenuti nuovi alleati, sono arrivati il giorno 8 giugno 1944, dopo 6 mesi di bombardamenti da Castel Frentano, da parte degli anglo-americani, dal 2 dicembre 1943, bloccati dal Moro River, un ruscelletto fra i due paesini, ad un “tiro di schioppo” fra loro. Durante i bombardamenti i miei compaesani abitavano nelle grotte dove un medico tedesco ha dato assistenza anche ad una donna partoriente. I bombardamenti dei nuovi alleati hanno distrutto il mio paese che, dopo la guerra, si è ripreso anche con le cospicue rimesse degli emigranti, come il mio futuro suocero, che andavano a lavorare in Germania. Cosa potrei dire contro questi tedeschi, se non gli auguri per l’Emilia Romagna, in occasione del mio compleanno, 26 gennaio. Buon lavoro, Rocco

  • Rocco MASTROCOLA 1 Novembre 2019

    Peccato che non ci sia più il Maestro Umberto Eco altrimenti avrebbe scritto il seguito de Il Nome della Rosa, in omaggio alla Santa Inquisizione ad opera del Popolo Eletto.