Le Siria scende in campo coi curdi. E Mosca avverte Erdogan: “Tensione inaccettabile”

14 Ott 2019 14:43 - di Redazione

I soldati dell’esercito del regime di Damasco sono entrati a Tall Tamr nella Siria nordorientale, a 35 chilometri dal confine con la Turchia, dopo l’accordo stretto con i militanti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg). In base all’accordo, le truppe di Damasco combatteranno al fianco delle milizie curde per contrastare l’offensiva lanciata mercoledì dalle forze armate della Turchia.

La Siria mette in campo le sue truppe

Tall Tamr è una località strategica che si trova lungo la M4, strada di collegamento tra la Siria orientale e occidentale. Dista una trentina di chilometri dalla città turca di Ceylanpinar. Secondo i media siriani, le truppe di Damasco raggiungeranno poi Kobane e Manbij.

Le truppe dell’esercito di Damasco stanno avanzando anche nella provincia di Raqqa. Sono entrate infatti nella città di Tabqa. Lo riporta l’agenzia di stampa Sana, spiegando che i soldati sono anche entrati nella base dell’aviazione militare di Tabqa e nella città di Ayn Issa. Si tratta di zone controllate dalle Forze democratiche siriane, alleanza a maggioranza curda che ha stretto un accordo con l’esercito di Damasco per contrastare l’offensiva militare lanciata mercoledì dalla Turchia.

Il portavoce del Cremlino preoccupato dalla situazione

Damasco ha quindi scelto con chi stare. E anche Mosca avverte Erdogan. La posizione della Federazione Russa sull’operazione della Turchia in Siria rimane invariata, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Avete letto comunicazioni sui contatti e sugli accordi concreti che sono stati fatti. Non ho niente da aggiungere, non ci sono novità nell’approccio della Russia a questo tema», ha detto Peskov ai giornalisti.

Il portavoce del Cremlino ha poi voluto sottolineare come Mosca abbia sin dall’inizio espresso di essere categoricamente contraria ad azioni capaci di destabilizzare la situazione geopolitica in Siria. «Sapete che all’inizio di questa operazione la Russia ha messo in luce a tutti i livelli la categorica indesiderabilità di qualunque tipo di azione capace di impedire e rallentare il processo di regolazione della situazione in Siria e di provocare tensione in questo Paese. Lo ripeto ancora una volta: tale posizione non è assolutamente cambiata, è logica ben nota».

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