Laura Castelli travolta dallo scandalo Aig. M5s in rivolta, ma c’è sempre chi grida: “Gomblotto”
Incassata la fiducia sul dl Imprese, nel governo esplode il caso politico dell’Associazione italiana alberghi per la gioventù e dell’emendamento che puntava a trasformarla in ente pubblico. Un caso maturato in seno al M5S, visto che l’emendamento era stato presentato da alcuni senatori grillini e, come emerso poi, vedeva il viceministro all’Economia Laura Castelli coinvolta in un conflitto di interessi. Inoltre, ad aggiungere imbarazzo a imbarazzo, c’è anche il fatto che la vicenda è emersa per le rivelazioni, rigorosamente anonime, di uno stesso deputato grillino alla testata Politico.eu. Per il M5s, insomma, un bel disastro sotto tutti i punti di vista.
La gola profonda grillina svela il conflitto di interessi
Il nodo è che il segretario nazionale della no profit è Carmelo Lentino, collaboratore della Castelli. Circostanza, si diceva, diventata di dominio pubblico per la soffiata di una gola profonda grillina a Politico.ue. Soffiata accompagnata dalle rivelazioni sui numerosi maldipancia all’interno del M5S, che pure però fino a oggi non aveva sollevato barricate contro l’emendamento. Il quale, va ricordato, è stato stralciato frettolosamente solo oggi, ovvero solo a scandalo scoppiato. E adesso sembra esserci tutta una rincorsa a prendere le distanze.
Il M5S scopre di avere sempre avuto dubbi
«Noi deputati della Commissione X abbiamo sempre espresso dubbi e dato pareri negativi sull’argomento», ha sostenuto Marco Rizzone. «Lentino – ha raccontato il grillino all’Adnkronos – è venuto anche da noi sei mesi fa a “sponsorizzare” la norma, ma l’abbiamo fermato. Quindi chiediamo: Laura Castelli era consapevole? Noi questa cosa la sapevamo da sei mesi. L’abbiamo segnalata anche all’allora capogruppo Francesco D’Uva». «Se avessimo voluto colpire Castelli lo avremmo fatto durante la formazione del governo», ha quindi sostenuto Rizzone.
È stato poi il collega Fabio Berardini a sostenere che «se questa persona non ha informato Castelli della sua posizione, allora lei è parte lesa». Praticamente il caso Aig non sarebbe altro che uno dei tanti “gomblotti” di cui i Cinquestelle denunciano ciclicamente di essere vittime.
La goffa difesa dell’«entourage» di Laura Castelli
Fonti dell’Aig, però, precisano che gli incontri sono avvenuti prima che Lentino diventasse collaboratore della Castelli. Dall’entourage del viceministro dell’Economia, invece, filtra irritazione per quella che viene definita una «polemica strumentale costruita ad arte». Le stesse fonti hanno inoltre evidenziato che sulla norma si è registrata un’«ampia condivisione» da parte delle altre forze politiche, che hanno presentato emendamenti analoghi. Il provvedimento, dicono, recepisce il contenuto di due proposte di legge, una targata M5S al Senato e un’altra di Forza Italia presentata alla Camera, mentre l’anno scorso il leghista Gianfranco Rufa presentò un emendamento alla legge di bilancio. Se ne prende atto, ma quelle proposte contemplavano anche il ruolo di Lentini al fianco della Castelli e il conflitto di interessi che ne deriva?
Il pacco e contropaccotto ai danni dello Stato
Sempre Berardini e Rizzone però hanno sottolineato che per il M5S esiste anche un problema tutto politico. «Con questa norma si voleva trasformare in ente pubblico una no profit» dopo «una sentenza del Tribunale di Roma che ha rigettato la richiesta di concordato e in particolare la richiesta di omologazione del concordato proposta da questa associazione, che pare abbia una pendenza debitoria pari a circa 9 milioni di euro». «In questo modo si sposta la massa debitoria sullo Stato. Per noi è importante fermare le porcate, non solo fare buone leggi», hanno sottolineato i due.
Il presidente dell’Aig se la prende con la stampa
L’ha invece buttata sulla “stampa cattiva” il presidente dell’Aig, Filippo Capellupo, dicendosi «sorpreso» dalle ricostruzioni giornalistiche. Secondo lui, «mortificano il valore storico e sociale dell’Aig».
«Articoli pieni di inesattezze e ricostruzioni fantasiose su presunti conflitti di interessi, che non tengono conto – ha detto Capelluto – della natura e della particolarità di un ente che ha favorito per quasi 75 anni il turismo giovanile, scolastico e sociale, consentendo la mobilità nazionale e internazionale di milioni di giovani italiani e stranieri».
Quindi, ricapitolando, il “gomblotto” sarebbe politico e mediatico, ordito alle spalle della Castelli e, cosa ancora più evidente, di quei senatori grillini che, a quanto pare, hanno presentato l’emendamento a loro insaputa.