«L’aumento dell’Iva ci sarà: è già nei numeri della manovra»: Garavaglia svela l’inganno del governo

3 Ott 2019 11:05 - di Gigliola Bardi
Garavaglia

Non è vero che l’Iva non aumenterà. E, anzi, l’aumento dell’Iva è già nei numeri della Nadef, la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, depositati in Parlamento. A svelare l’inganno della manovra giallorossa è l’ex viceministro all’Economia Massimo Garavaglia. «I 7,2 miliardi attesi dal recupero dell’evasione», su cui si gioca tanta parte della tenuta delle stime, sono «un “tappo” messo lì all’ultimo momento per far quadrare i conti. E poter convincere tutti gli alleati di governo che l’Iva non aumenterà». «Ma – ha avvertito l’esponente leghista – non è così».

L’aumento dell’Iva svelato dalle tabelle

«Se si scorrono le tabelle la sensazione netta è che il modello econometrico sia stato fatto girare con i 5 miliardi di aumento dell’Iva. Dunque, con un ritocco al rialzo delle aliquote del 10 e del 22%», ha quindi chiarito Garavaglia in un’intervista a Il Sole 24 ore. L’ex viceministro ha poi ricordato che «c’è chi ha puntato i piedi a poche ore dal varo della Nadef senza lasciare ai tecnici del Mef il tempo di far ripartire il modello senza stangata Iva». «A parlare – ha chiarito ancora – sono le stesse tabelle depositate in Parlamento. Il deflatore del Pil nel 2020 è stato lasciato inopinatamente all’1,3. E visto che in giro non si intravede una grande inflazione, vorrà dire che quel deflatore riflette ancora la rimodulazione al rialzo dell’Iva».

All’appello mancano 5 miliardi

«Ora mancano 5 miliardi e – ha avvertito il leghista – la ricerca di queste risorse non potrà passare per una riduzione della spesa». Inoltre, «c’è un ulteriore 0,1 di Pil, pari a 1,8 miliardi, atteso dalle altre misure fiscali tra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni. In media questo evergreen delle leggi di bilancio getta circa 300 milioni». «Ecco dunque – ha concluso Garavaglia – che i restanti 1,5 miliardi arriveranno da ulteriori tasse. La stangata su diesel e plastica è ormai dietro l’angolo».

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