Italia 5 Stelle, Grillo non basta più. Molti i big che diserteranno la festa di Napoli

11 Ott 2019 13:26 - di Marzio Dalla Casta
Grillo

Il morale è sotto i tacchi e neppure il gol sul taglio delle poltrone dei parlamentari è riuscito nel miracolo di far ripartire l’ola degli aficionados. Anzi, a tutto assomiglia Italia 5 Stelle, che comincia domani a Napoli, tranne che a una festa. Clima mesto, avvelenato dalla fronda interna, dalle voci di scissione e, non ultime, dalle defezioni di molti big. Disertano gli ex ministri Barbara Lezzi e Giulia Grillo. Non ci sarà Gianluigi Paragone, ancora sotto choc per l’intesa col Pd. E così Mattia Fantinati ed Elena Fattori. Mancherà anche l’enigmatico Di Battista, l’unico a poter ancora offrire un sogno al MoVimento. Ma anche il solo, paradossalmente, a poter dare una leadership ai “cani sciolti” in cerca di un’alternativa al potere di Di Maio.

Assenti anche le ex-ministre Lezzi e Grillo

In compenso ci sarà Beppe Grillo, nonostante i guai giudiziari del figlio. È la prova che la crisi che squassa i Cinquestelle lo preoccupa di più dell’accusa di stupro pendente sul capo del suo rampollo. Ci proverà lui, con l’abilità dell’arte sua, a ravvivare l’atmosfera, forse contrapponendo alla purezza delle origini l’opulenza del presente. Già, perché a far da sfondo alla due giorni di Napoli ci saranno i simboli del potere: auto blu, scorte e codazzi di postulanti. Simboli un tempo esecrati, ma ora ingoiati come una medicina amara ma inevitabile. E però anche un succulento bottino da ostentare in occasione dei primi dieci anni del MoVimento.

Clima interno avvelenato dalle voci di scissione

Basterà ad elettrizzare l’aria l’esibizione da nuovi potenti? Chissà. Per ora sembrano pesare molto di più le parole delle ultime ore. Addirittura micidiali quella dell’altra Grillo, Giulia, inviperita – a detta dei detrattori interni – dalla mancata riconferma al ministero della Salute: «A me sembra la Leopolda dei 5 Stelle». Il peggio che si potesse dire. A maggior ragione ora che l’inventore della vera Leopolda, cioè Matteo Renzi, è oggi socio della maggioranza come il M5S. E questo spiega meglio di una dotta analisi di politologia perché quella che dovrebbe essere una festa ha tutta l’aria di una mesta smobilitazione.

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