Il “Corriere della Sera” in soccorso del governo. Quando Di Maio se la prendeva con i “giornaloni”

26 Ott 2019 14:36 - di Francesca De Ambra
corriere

AAA: centrosinistra competitivo cercasi. L’inserzione, sotto forma di meditato editoriale di Paolo Mieli, è in bella mostra sul Corriere della Sera. Il giornale di Via Solferino ha una tradizione “terzista” da rispettare (“cerchiobottista“, malignerebbe qualcuno) e quindi nessuno vedrà mai alzarsi da quelle parti l’ola delle curve. Più che i cori da stadio, infatti, vi abitano consigli sussurrati e suggerimenti sibilati. Quanto disinteressati gli uni e gli altri non si sa. Ma è un dato di fatto che nei momenti topici per il deep state, quando cioè l’apparato pubblico profondo intravede una minaccia per se stesso in nuovi equilibri politici o nel consolidamento di quelli ritenuti ostili, il Corriere c’è sempre.

L’endorsement preventivo pro-Prodi del 2006

Fu così anche nelle elezioni politiche del 2006, perse dal centrodestra per soli 24mila voti e in circostanze mai del tutto chiarite. Proprio Mieli, all’epoca direttore, vergò di proprio pugno un endorsement in favore di Prodi. Un endorsement preventivo. Fu infatti pubblicato a campagna elettorale ancora da fare e non a ridosso delle elezioni, come pure sarebbe stato lecito attendersi dalla più prestigiosa testata nazionale. Anche allora come ora c’era in ballo la legislatura con incorporata l’elezione del Quirinale. Da quel 2006 ne è scorsa di acqua sotto i ponti della politica italiana. Ma il Corriere è sempre lì a sibilare suggerimenti. E sempre nell’orecchio del centrosinistra.

Il Corriere della Sera a Pd, Leu, Iv e M5S: «Tra voi vi sia pari dignità»

Questa volta il consiglio, anzi l’esortazione, è a saltare il fosso dei reciproci insulti del passato e riconoscersi vicendevolmente pari dignità. «Perché i Cinque Stelle accettino di muoversi a sostegno di un candidato del Pd, o di Italia Viva o di Leu – scrive infatti Mieli –  (…), sarebbe necessario che la sinistra offrisse pari disponibilità per personalità provenienti dalle file grilline». Il compianto Max Catalano, il trombettista di Quelli della notte, non avrebbe potuto inventarsi di meglio. Però è anche vero che a guidare il centrosinistra non c’è più Prodi, ma le quattro mezze figure immortalate nella foto di Narni. E a gente così le cose, anche le più semplici, vanno spiegate col cucchiaino. Sic transit gloria mundi. E del Corriere.

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