Fiducia ai minimi storici per i ministri del Conte bis. Di Maio perde dieci punti

21 Ott 2019 16:46 - di Eugenio Battisti

Fiducia ai minimi storici per i ministri. Parte in salita la strada del neo governo Conte. È il responso del monitoraggio Minister Monitor realizzato su un campione di 1000 persone  di tutte le regioni da Euromedia Reasearch guidato da Alessandra Ghisleri, in collaborazione con Klaus Davi.

Fiducia ai minimi storici per i ministri del governo giallorosso

I dati, aggiornati alla prima metà di ottobre, vedono in testa alla graduatoria della fiducia Dario Franceschini (ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo; Pd), che si riconferma traino della classifica come era già accaduto con il governo Gentiloni. Totalizza un indice di fiducia del 38,2. Percentuali basse e molto lontana da quelle conquistate da Matteo Salvini durante il suo governo. L’ex ministro dell’Interno aveva toccato quota 55.

A seguire, staccato di 5 punti, il ministro grillino dell’Ambiente Sergio Costa (con 33,1). Al terzo posto il ministro dell’Interno, la tecnica Luciana Lamorgese a quota 32,8. Appena giù dal podio il ministro 5Stelle della Giustizia Alfonso Bonafede a 29,3. Quinta invece, la ministra dem delle Politiche agricole, Teresa Bellanova al 29. Pessime notizie per Luigi Di Maio che, fuori dalla top five, perde 10,1 punti rispetto all’ultimo resoconto, scendendo a un indice di fiducia del 25,7. Seguono Riccardo Fraccaro (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; M5S), Lorenzo Fioramonti (ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca; M5S) Roberto Gualtieri (ministro dell’Economia e delle finanze, Pd). Chiude la top ten il minstro della Salute Roberto Speranza, quotato a 23,3.

Klaus Davi: «Servirebbe più umiltà»

Non entrano nella top ten ministri di peso come Paola De Micheli e Francesco Boccia. «Travolti dalle urgenze dell’agenda istituzionale, forse alcuni ministri hanno un po’ trascurato una comunicazione mainstream – osserva il mass-mediologo Klaus Davi – cosa che invece andava fatta per spiegare agli italiani la ratio di questa nuova alleanza, che ha anche delle ottime ragioni ma sono state spiegate male o sovrastate da risse. La contrapposizione poi non aiuta, anzi semina sfiducia e distacco e i dati potrebbero ulteriormente peggiorare se non ci sarà uno stop». Il consiglio? «Questi dati dovrebbero suggerire più umiltà e un maggiore sforzo di trasparenza verso i cittadini», ha concluso Davi.

Commenti

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  • rino 22 Ottobre 2019

    Se uno scialbo personaggio come Franceschini è in testa alla graduatoria, significa che per gli italiani non c’è futuro.
    Gli elettori di sinistra sono in maggioranza anziani nostalgici, ma proprio agli anziani Franceschini ha fatto torto togliendo l’ingresso gratuito agli ultra 65. Ma siccome siamo anche un popolo di ignoranti, i nonni non pensano ad accompagnare i nipoti al museo, ma allo stadio.