Dl cybersecurity, Rampelli: «Il governo rinuncia al controllo delle reti. Un favore alle multinazionali»
«Il governo naviga a vista anche sulle reti digitali». Vede la luce la legge sulla sicurezza cibernetica, ma «nessuno poteva nemmeno vagamente immaginare che il governo ignorasse il tema del controllo pubblico delle reti. Di fatto lasciandole in preda del solo mercato o delle mire egemoniche di potenze straniere». Multinazionali che usano le reti digitali globali «come strumenti per condizionare gli Stati nazionali». E’ il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, a “bastonare” il governo Conte 2.
Fabio Rampelli aveva infatti presentato un ordine del giorno preciso per disciplinare la materia. Un ordine del giorno che chiedeva l’impegno dell’esecutivo a favorire l’integrazione delle reti internet di TIM e Open Fiber sotto il controllo pubblico. Ma la risposta è stata no. «Sono rimasto sorpreso», commenta Rampelli. «Siamo sorpresi anche perché è proprio su questo che sta lavorando Cassa depositi e prestiti, che vorrebbe addirittura arrivare alla fusione tra la società privata Tim e quella semipubblica Open Fiber. Su queste reti viaggiano miliardi di dati sensibili», fa presente il vicepresidente della Camera di FdI. «Non possiamo consegnarli alla spregiudicatezza del mercato o al controllo di potenze straniere», spiega Rampelli . Ne vanno di mezzo la «sovranità e la sicurezza nazionali». Mentre la libertà e l’indipendenza nazionali sono valori non negoziabili che uno Stato degno di questo nome dovrebbe presidiare e difendere a ogni costo».