Caso Manuel, 16 anni agli aggressori. Il legale: «Il padre mi ha chiesto se è una sentenza giusta»

9 Ott 2019 14:29 - di Redazione
Manuel Bortuzzo torna in piscina

Condanna a 16 anni di reclusione per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i due responsabili del tentato duplice omicidio del nuotatore Manuel Bortuzzo, rimasto paralizzato alle gambe, e della fidanzata Martina Rossi. La sparatoria avvenne la notte tra il 2 e 3 febbraio scorsi alla periferia sud di Roma.

Condanna inferiore alla richiesta del pm

Il Pm, Elena Neri, aveva chiesto una condanna a 20 anni per entrambi gli imputati. Il Gup, Daniela Caramico D’Auria, ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione, ma non quella degli abietti e futili motivi. I due aggressori, rei confessi, avevano scelto di essere processati con il rito abbreviato che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena. Il Gup ha inoltre disposto una provvisionale di 300mila euro. Il legale di Bortuzzo, Massimo Ciardullo, aveva chiesto un risarcimento di 10 milioni di euro per il suo assistito. Il risarcimento sarà discusso in sede civile.

Il legale degli aggressori: «Ricorreremo»

«I due imputati sono rimasti senza parole e mi hanno chiesto di andare in carcere quanto prima per parlare con loro. Sedici anni sono tanti. È una pena alta che non ci soddisfa, ma dobbiamo vedere le motivazioni. Quello che posso dire è che presenteremo appello», hanno detto i legali dei due aggressori, Alessandro De Federicis e Giulia Cassaro.

Il legale di Manuel: «Una sentenza giusta»

«Il padre di Manuel al telefono mi ha chiesto se era una sentenza giusta, ho detto di sì», ha commentato Ciardullo, sottolineando a sua volta che «mi sembra una sentenza giusta, l’impianto accusatorio ha retto, compresa la premeditazione e non sono state riconosciute le attenuanti». Manuel fu colpito mentre si trovava con la sua fidanzata nei pressi di un pub all’Axa, tra l’Eur e Ostia. I due aggressori furono identificati in tempi rapidissimi e già il 6 febbraio confessarono di essere responsabili della sparatoria, costata al giovane nuotatore la perdita dell’uso delle gambe. Secondo il Gip, che convalidò l’arresto, i due realizzarono un «raid di morte covato da tempo» e «hanno sparato per uccidere, programmando un brutale omicidio».


 


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *