Brexit, il nodo è l’Irlanda. Oggi Johnson espone il suo piano alternativo

2 Ott 2019 13:12 - di Domenico Bruni

Dopo le continue difficoltà causate dai laburisti inglesi all’attuazione della Brexit, il premier Boris Johnson agisce. Oggi illustrerà oggi nel corso del suo intervento a Manchester al Congresso del Partito conservatore la sua proposta alternativa per la Brexit. Particolare attenzione alla questione del confine irlandese, che pare essere un punto centrale per il Regno Unito. Nel suo intervento Johnson esporrà quello che – scrive il Guardian – considera “un compromesso equo e ragionevole”, elaborato dopo 70 ore di discussioni con altri Stati membri dell’Ue. Secondo The Telegraph la proposta britannica prevede che l’Irlanda del nord resti soggetta al mercato unico europeo per  i prodotti agroalimentare e le manifatture almeno fino al 2025. A quel punto l’Assemblea di Stormont di Belfast deciderà se restare allineata agli standard europei o optare per quelli del Regno Unito. Ci sarebbero dunque in un certo senso due frontiere. Ossia, controlli doganali tra le due Irlande e controlli regolamentari nel Mare di Irlanda che separa la Gran Bretagna dalla provincia nordirlandese.

Bruxelles non ha ricevuto proposte

La Commissione Europea conferma intanto di non aver ricevuto da Londra ancora “alcuna proposta”. La proposta dovrebbe “soddisfare gli obiettivi del backstop“, la soluzione di salvaguardia prevista nell’accordo di ritiro del Regno Unito dall’Ue. Che però, negoziato dal governo di Theresa May, fu bocciato per tre volte dalla Camera dei Comuni, soluzione volta ad impedire il risorgere di un confine fisico tra le due Irlande. Lo sottolinea la portavoce capo della Commissione Europea Mina Andreeva, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. L’esecutivo, dice la Andreeva, non può confermare di aver ricevuto da Londra la proposta di cui ha scritto ieri l’irlandese Rte News, sulla creazione di posti di frontiera in una fascia compresa tra le 5 e le 10 miglia di distanza dall’attuale linea di confine tra Irlanda e Irlanda del Nord.

Ue in difficoltà non solo per la Brexit

Certo è che per la Ue le cose si complicano, e non solo per colpa della Brexit. Per i prossimi mesi gli indicatori  sull’andamento dell’economia e quelli di fiducia confermano la persistenza di un quadro di difficoltà. A settembre, l’indicatore euro-coin ha segnato una ulteriore diminuzione. Nello stesso mese, l’indicatore del clima fiducia è diminuito condizionato dal forte calo della fiducia nel settore manifatturiero e di quello del commercio al dettaglio. La fiducia dei consumatori è leggermente aumentata sostenuta dal miglioramento delle aspettative sulla situazione economica generale. E’ quanto riporta l’Istat nell’European Economic Outlook diffuso ieri. L’Istat indica come “i maggiori rischi per le prospettive siano legati alle turbolenze geopolitiche. L’accresciuta incertezza derivante dai conflitti commerciali a livello globale, gli sviluppi politici legati a un aumento delle probabilità di una hard-Brexit e i recenti attacchi terroristici alla produzione petrolifera. Il proseguimento della fase di rallentamento del commercio internazionale potrebbe produrre ulteriori effetti negativi.

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