Basta esperimenti su Roma. La Capitale è in ginocchio, non ha bisogno del colpo di grazia

31 Ott 2019 6:00 - di Francesco Storace
roma

Risparmiateci questa discussione su Roma. Ricomincia il tam-tam sul sindaco mentre Virginia Raggi sta imbullonata alla poltrona, incurante del dissenso profondo che si avverte in città. Lo diciamo innanzitutto ad un leader stimato come Matteo Salvini. Questa roba per cui la Lega debba praticamente decidere il candidato del centrodestra non sta né in cielo né in terra. L’ultima volta che fece le primarie (salvo ripensarci) le vinse Marchini, che rappresentò – anche per chi scrive – una catastrofe collettiva. Era il tempo dell’incomunicabilità a destra.

Non basta avere la casacca verde per vincere nella Capitale. Ci vogliono personalità forti, capaci di richiamare il popolo stufo delle chiacchiere a mobilitarsi per amore della città. Sperimentare il cosiddetto nuovo? E chi sarebbe? Ancora una creatura inesperta in Campidoglio? Oppure un campione della società civile che scapperebbe al primo confronto con i consiglieri comunali? Non è più il tempo degli esperimenti.

Costruire Roma città-regione

A Roma la Raggi resta sindaco per una magia che ha paralizzato i suoi uomini. Non staccano la spina perché dovrebbero tornare in strada a non fare nulla. Però, l’opposizione di centrodestra si deve organizzare. I presidi a rate e a turno in Campidoglio non servono a nulla. Bisogna portare diecimila, ventimila, una marea di persone in piazza a dire basta a questa amministrazione di falliti. Mobilitare i quartieri sui problemi. Intensificare – coralmente – i rapporti con le categorie. E discutere anche con i sindacati, prima e non solo dopo, su una città in cui il pubblico ha la sua rete che è distribuita in modo capillare.

Invece, si lanciano le candidature. “A Roma decidiamo noi”. Boom. E poi? Ieri sera pure Berlusconi ha detto “ho un nome ma non lo dico…”. Ragazzi, non scherziamo.

La vogliamo costruire questa benedetta città regione? Ci decidiamo a combattere per assegnare al Campidoglio i poteri legislativi della regione? (Basta una riga in Costituzione).

E a proposito di regione, ci siamo accorti che con l’espediente Renzi si è allargata, anche se sarà litigiosa, la maggioranza di Zingaretti?

Non servono i segnali a mezzo stampa

Ecco, la proposta è di uscire allo scoperto con le carte e senza misteri. Una discussione fatta non solo di interviste per lanciarsi segnali a vicenda a mezzo stampa. E il primo a capirlo deve essere proprio Salvini. Roma ha una storia politica molto particolare. Qui si è formata la classe dirigente della destra italiana, che ora, grazie a Giorgia Meloni, si è finalmente ritrovata e vanta personale politico di grande rilievo. Pensare di giocare la partita in solitaria per creare il fatto compiuto è sbagliato (e almeno questa è la mia personalissima opinione, perché scrivo e firmo le cose in cui credo senza suggerimenti, a scanso di equivoci).

In Campidoglio non ha brillato nessuno, ed è certamente anche un problema di poteri della Capitale. Ma bisogna indicare la cornice. Perché oltre ai poteri legislativi della “Grande Roma“, va realizzata la provincia “Domani” – quella attuale senza la Città –  e devono essere istituiti quindici comuni metropolitani, corrispondenti agli attuali municipi, con i loro sindaci.

Una scommessa affascinante da affidare ad una guida, ad una squadra e anche al Parlamento per le riforme da realizzare. Tempi? Fissateli con il candidato che sceglierete. Ad esempio, un mandato da far durare fino all’approvazione della riforma. Anche chi avrà perso, sarà interessato a votarla prima possibile per la partita di ritorno. Ma basta proclami, per favore. Roma è in ginocchio, non ha bisogno del colpo di grazia.

Commenti

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  • Luca Bellagamba 31 Ottobre 2019

    Bravo direttore, parole sante!

  • Dino Vené 31 Ottobre 2019

    Prendiamo esempio da Parigi con le sue Mairies (comuni) indipendenti con relativi sindaci. Il sindaco di Parigi ha le funzioni di coordinamento di tutte le attività interessanti i diversi Hotel de Ville. Attualmente stanno costruendo la metropolitana N° 15 facente parte della “Grande Paris” con lavori iniziati e termini precisi che difficilmente saranno supererati. Non inventiamo l’acqua calda e umilmente cerchiamo d’imparare e mettere in atto cose che funzionano.