Azione universitaria va all’attacco: «Fioramonti non tolga il crocifisso dalle aule»

8 Ott 2019 14:10 - di Alessandra Danieli
Azione universitaria va all'attacco

Azione universitaria va all’attacco del ministro dell’Istruzione: Fioramonti non si azzardi a togliere il crocifisso dalle aule. Nel mirino le parole del ministro grillino contro il crocifisso esposto nelle aule, al quale preferisce le cartine geografiche.

Azione universitaria va all’attacco del ministro

La storica associazione della destra giovanile, attraverso gli eletti al Consiglio nazionale degli studenti universitari, ha presentato una mozione per chiedere un passo indietro. «Abbiamo chiesto di non mettere in discussione il valore intrinseco del crocifisso, il suo significato culturale, identitario e di pace. Chiederemo inoltre – si legge nella nota – che si scongiuri qualsiasi azione atta alla rimozione del crocefisso nelle aule».

«Un’altra proposta che mina l’identità italiana»

L’organizzazione universitaria spiega che non esiste alcun motivo per rimuovere il crocifisso dalle aule degli atenei, visto che «l’università è garante e portatrice della cultura italiana ed europea, pur nella sua laicità». Sulla stessa onda di relativismo e qualunquismo – prosegue Azione universitaria – dovremmo negare lo studio di Dante e dei classici che hanno decantato la Cristianità».

Al via la raccolta di firme contro il ministro

Nessun italiano si azzarderebbe mai a mettere in discussione la presenza della mezzaluna islamica nelle università mediorientali. Né la presenza di simboli religiosi ebraici in quelle israeliane. Purtroppo – continua la nota – dopo la folle proposta di una tassa sulle merendine e sulle bibite il ministro Fioramonti si dimostrano ancora intento a danneggiare gli italiani e le loro usanze. «Azione universitaria all’interno del Consiglio nazionale degli studenti darà battaglia perché tutto questo non accada. E vigileremo affinché nessun crocifisso venga rimosso dalle aule delle Università italiane». Dalle parole ai fatti: in queste ore è partita una raccolta firme in tutti gli atenei d’Italia perché le dichiarazioni del ministro restino solo chiacchiere.

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