“Aggressione” ai giornalisti dell’Espresso, la Digos smentisce i presunti aggrediti

21 Ott 2019 18:34 - di Antonio Pannullo

Aggressione al cimitero del Verano, qual è la verità? Due giornalisti dell’Espresso, inviati a una cerimonia funebre privata, sarebbero stati aggrediti. Ma non solo: picchiati, rapinati e minacciati. Da Vincenzo Nardulli, esponente di Avanguardia nazionale e da Giuliano Castellino, responsabile di Forza Nuova. I fatti sarebbero avvenuti il 7 gennaio scorso al cimitero monumentale di Roma. I due esponenti della destra, insieme con molte altre persone, erano al Verano per un motivo preciso. Celebrare e ricordare il sacrificio dei tre ragazzi missini assassinati ad Acca Larenzia. E sul cui omicidio ancora non si è fatta luce. Nulla di più. Che interesse giornalistico possa avere un rito privato, non si riesce a capire. Ma si riesce a capire come da questo episodio si possa trarre un’enorme speculazione giornalistica. È da tempo che l’Espresso, ma non solo, sta montando una virulenta campagna antifascista. E tutto fa brodo. Ma la speculazione, come altre passate, ci sembra fondata sul nulla.

I video non mostrano alcuna aggressione

Dai video visionati, non sembra ci sia stata un’aggressione nei confronti di nessuno. I presenti dichiararono che quando i giornalisti salirono sulle tombe per fare chissà quali foto, li hanno avvicinati. Pregandoli di avere rispetto per un luogo sacro. Certo, quando sul cellulare di un giornalista hanno visto le foto di una minorenne, i presenti si sono indignati. Ma botte, violenze o altro sul video non si vedono. Le testimonianze dei giornalisti ovviamente hanno detto tutt’altro. Paura, terrore, calci, intimidazioni. Ma l’interrogatorio dell’esponente della Digos ha confermato la versione di Nardulli e Castellino. “Noi queste cose non le abbiamo viste, ed eravamo presenti”. Poi ricordiamo che i due giornalisti sono andati tardivamente a farsi refertare. Ci si dovrebbe chiedere il perché. Va detto anche che gli imputati da quel giorno hanno gli arresti domiciliari. Si spera che domani possano essere revocati.

La Fnsi si schiera con l’Espresso a prescindere dai fatti

La cosa che amareggia di più è che su questo caso siano saltati tutti contro i “fascisti”. Il Gruppo Gedi, che edita tra gli altri il settimanale Espresso, è stato ammesso parte civile al processo. Costituiti parte civile anche la Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e l’associazione Ossigeno per l’informazione. Inoltre abbiamo letto commenti pregiudizievoli da fonti anche autorevoli per i due imputati, senza attendere l’esito del processo. Erano già stati condannati. Ci sembra che un cittadino è innocente sino a prova contraria. E non colpevole solo perché la pensa in maniera diversa dall’Espresso. Che l’Espresso monti il caso ci sta, ma non l’Ordine dei Giornalisti. Ci vuole un minimo di cautela prima di criminalizzare qualcuno. Fermo restando che le aggressioni ai giornalisti sono odiose. Ma anche le provocazioni solo per fare tiratura.

Nardulli si dichiara soddisfatto

Uno degli imputati, Nardulli, ha detto di ritenersi molto soddisfatto per l’udienza odierna. “Finalmente la verità sta emergendo, le cose di cui ci accusano non sono vere. Ritengo che sia una speculazione politica”. Anche noi lo riteniamo. Abbiamo visto coi nostri occhi giornalisti, o sedicenti tali, percorrere i cortei pacifici e disciplinati di CasaPound. E sempre nel tentativo di provocare i militanti con ogni mezzo. Ma sempre senza risultati, o almeno i risultati che volevano loro. Lasciatecelo dire, il giornalismo è un’altra cosa.

Commenti

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  • giancarlo boggio 21 Ottobre 2019

    La sera del fattaccio sull’Espresso sono apparsi dei post a firma Marco Damilano in cui si raccontava di un’assalto alla redazione di energumeni fascisti…sono alla porta!! chiamate la polizia!!!…poi viste le risposte di molti, compreso il sottoscritto i due post scritti sono stati cancellati.
    Resta che i giornalisti invece di andare subito alla polizia e al pronto soccorso sono andati prima in redazione..poi al pronto soccorso…e poi infine dalla polizia a fare la denuncia….mah!