Taglio delle poltrone, il Pd a Di Maio: «Non accettiamo ultimatum dal M5S»

20 Set 2019 15:05 - di Redazione
maggioranza

Non l’ha preso bene, il Pd, l’ultimatum lanciato da Di Maio sul taglio dei parlamentari, arrivato ormai all’ultimo tornante che lo separa dalla definitiva approvazione. «Va fatto nelle prime due settimane d’ottobre», prova a dettare il capo politico del M5S. Ma la sua sortita non sembra aver sortito l’effetto sperato. Fonti parlamentari del Pd non sembrano infatti mossi dalla stessa fetta dell’alleato, che su questa misura non ha nascosto di attendersi una «prova di lealtà» da parte del partito di Zingaretti.

Il M5S pressa per la metà di ottobre

«Intanto la lealtà del Pd non si misura sul taglio dei parlamentari», replicano però dal Nazzareno, per poi aggiungere: «Abbiamo dato la nostra parola e si farà, non si discute. Ma l’accordo di governo prevede che il taglio sia accompagnato da un’intesa complessiva su legge elettorale e modifiche costituzionali. Ci stiamo lavorando, e bene, con il sottosegretario Fraccaro. E se serve un po’ di tempo per definire l’intesa, si abbia pazienza…». A occhio non sembra proprio che sul punto pentastellati e dem si siano chiariti a puntino. Di Maio ha bisogno del taglio degli onorevoli per dare un senso compiuto alla scelta di aver preferito il governo con Zingaretti alle urne. Dal canto suo, il Pd non dice no, ma parla di riforma complessiva. Ricorda il furbo Bertoldo che aveva chiesto di poter scegliere lui l’albero al quale essere impiccato.

Il Pd replica a Di Maio: «La riforma è complessiva»

Ma dal Pd respingono ogni intento dilatorio e puntualizzano che il “pacchetto complessivo” sulle riforme è uno dei punti qualificanti dell’accordo di governo tra Pd e  Cinquestelle. E come tale, si sottolinea, va rispettato. Quindi, avvertono, se occorrerà «un po’ di tempo in più per chiudere, non sarà una tragedia spostare un po’ più in là il voto sul taglio dei parlamentari. O – insinuano – i Cinquestelle temono che la legislatura stia scadendo?». Forse, maligniamo noi, temono di scadere loro.

Commenti

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  • giovanni vuolo 20 Settembre 2019

    Beh, stavolta il PD non ha tutti i torti. Ve l’immaginate una riduzione dei senatori, che non tocchi quelli a vita? Ci sarebbe ancora di più uno squilibrio: il peso dei senatori a vita ( tutti di sinistra) sarebbe ancora più determinare, e produrrebbe una sorta di democrazia ad handicap. D’altra parte se i 5S volevano fare risparmiare gli italiani, ben avrebbero fatto ad andare ad elezioni anticipate, evitando di regalare tante pensioni d’oro a molti pseudo onorevoli , nel caso malaugurato che questo governo resista per l’intera legislatura.

  • giovanni vuolo 20 Settembre 2019

    Beh, stavolta il PD non ha tutti i torti. Ve l’immagine infatti un taglio drastico dei senatori, restando intoccabilu quelli a vita? Il loro peso sarebbe ancora più determinante, e dunque avremmo un senato ad handicap . D’altra parte, se i 5S ci tengono tanto al risparmio sugli inquilini del Palazzo, avrebbero dovuto più coerentemente andare alle elezioni, facendo risparmiare allo stato un bel po’ visto il carico in termini di pensioni che produrrà anche questo governo se dovesse malauguratamente portare a termine la legislatura.