Stupro di gruppo, il 29 agosto perquisita la villa di Grillo. Lo dicono solo ora
Nuovi sviluppi nell’inchiesta che vede coinvolto il figlio di Beppe Grillo per uno stupro di gruppo. La denuncia della vittima è stata presentata il 6 agosto. Oltre un mese fa. In quel periodo i giornali erano presi dai selfie di Salvini, dai comizi in spiaggia e dai migranti della Open Arms.
Possibile che nessuno dei giornali così informati nei casi di cronaca nera sia stato allertato in tempo? Un caso più unico che raro nella storia delle inchieste italiane. Infatti le procure italiane, i particolar modo quando si tratta di casi che riguardano esponenti di centrodestra, sono molto permeabili. Per un caso molto più lieve, una banale scazzottata dove il diretto interessato non c’entrava nulla, venne tirato in ballo a poche ore dal fatto il figlio di Gianni Alemanno.
Villa Corallina, una vera sede politica
Villa Corallina, sulla spiaggia di Marina di Bibbona è anche una sede politica. Lo scorso 18 agosto si è deciso al termine di un vertice – erano presenti tra gli altri anche il ministro Luigi Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico – di mettere fine al governo giallo-verde con la Lega di Salvini.
La villa di Grillo perquisita nel massimo riserbo
Per dirla chiaramente, due pesi e due misure. Pensate quanto avrebbe potuto pesare nel momento della formazione del governo il fatto che Grillo fosse coinvolto in una vicenda così spinosa. Tutti i suoi interventi in favore del governo col Pd sarebbero stati recepiti con altro occhio. E con altro orecchio. Diceva Andreotti: “Chi pensa male fa peccato, ma di solito ci azzecca…”.
Il discorso pro-Pd 4 giorni dopo la denuncia
Il co-fondatore del Movimento 5 Stelle fa il suo intervento nel quale chiede l’accordo con il Pd in data 10 agosto. Quattro giorni dopo la denuncia ai carabinieri di Milano. Con quale spirito sarebbe stata recepito il suo appello, se si fosse saputo di questa tegola giudiziaria sulla famiglia? Sarebbe cambiato qualcosa: forse no. Forse. Avrebbe potuto parlare anche del caso del figlio. Per onestà e per trasparenza. Chissà se almeno lo avrà detto al suo ministro della Giustizia, Alfredo Bonafede.
Sul fronte delle indagini, sarà con tutta probabilità presto ascoltata dalla procura di Tempio Pausania l’amica della ragazza vittima di una presunta violenza sessuale di gruppo che vede indagati il figlio 19enne di Beppe Grillo, Ciro, e tre amici. La ragazza è stata infatti identificata dai carabinieri quando sono scattate le indagini, dopo che la giovane, di origini scandinave, ha denunciato il presunto abuso avvenuto nella villa del comico a Porto Cervo.
Intanto si attende l’esame dei cellulari sequestrati agli indagati. I carabinieri sequestrarono il cellulare al figlio di Grillo nella villa di Bibbona (Livorno) dove si trovava nei giorni in cui gli è stato notificato il decreto, mentre gli altri tre amici si trovavano a Genova quando gli è stato sequestrato lo smartphone. Una perquisizione avvenuta il 29 agosto. Due giorni dopo Grillo fece un discorso per chiedere di fare presto un governo. Stranamente nessun giornalista si è accorto della perquisizione.
È una vicenda giudiziaria su cui è calato il più stretto riserbo, quella scaturita dalla denuncia che la ragazza ha presentato lo scorso 6 agosto ai carabinieri della compagnia Duomo di Milano. La giovane modella ha dichiarato di aver subito violenza la notte del 16 luglio in una villa di Porto Cervo, in Costa Smeralda, la residenza estiva di Beppe Grillo. A distanza di quasi un mese dai fatti e a un mese esatto dalla denuncia formalizzata nel capoluogo lombardo, i quattro indagati per violenza sessuale di gruppo sono stati interrogati da Gregorio Capasso, capo della Procura di Tempio Pausania, competente territorialmente, e dalla sua sostituta Laura Bassani, titolare dell’inchiesta.