Manovra, giallo-rossi in difficoltà. Col Pd è tornato il governo delle tasse

29 Set 2019 11:15 - di Domenico Bruni

A poche ore dal varo della nota di aggiornamento al Def, domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, il governo lavora sulle ipotesi per una manovra che sia “espansiva”, come ama definirla. Con un impegno preso che è “solenne” ha detto il premier  Giuseppe Conte: disattivare “le clausole di salvaguardia dell’Iva. E’ un capitolo importante”, “parliamo di 23 miliardi. Li dobbiamo mettere sul tavolo perché non dobbiamo consentire l’aumento dell’Iva”. “Stiamo lavorando a qualche rimodulazione – ha aggiunto Conte – ma con beneficio per gli italiani”. Il governo gialloverde, come si ricorderà, aveva escluso sin dall’inizio qualsiasi aumento dell’Iva. Il presidente del Consiglio ha poi rilanciato il “patto sociale” con gli italiani: “Ci stiamo lavorando”, ha detto Conte, aggiungendo che ci saranno incentivi a “usare la moneta elettronica, le carte, ma questo non significherà che pagherete di più”. Il presidente ha parlato di “meccanismi premiali” con “vantaggi in termini di alleggerimento della pressione fiscale”.

Levata di scudi contro l’aumento dell’Iva

La levata di scudi contro l’ipotesi di interventi sull’Iva è generale. A partire dalle associazioni: Confcommercio e Confesercenti hanno messo le mani avanti contro le voci di eventuali balzelli allo studio del governo per trovare la difficile quadra dei conti nella Legge di Bilancio. “L’economia del nostro Paese è ormai da tempo sostanzialmente in una condizione di crescita zero e richiede una riduzione netta della pressione fiscale complessiva – attacca Confcommercio – sarebbero dunque errate tanto scelte di incremento delle aliquote Iva con un impatto economico certamente recessivo, quanto operazioni di scambio compensativo tra più imposte indirette e meno imposte dirette con un impatto fiscalmente regressivo”. Bene gli incentivi ai pagamenti elettronici ma sonora bocciatura della tassa sul cash.

Gasparri: sta arrivando una tempesta fiscale

Opposizione ancora pù forte dal centrodestra: ”Parlavano delle merendine ma vogliono azzannare tutte le famiglie con l’aumento dell’Iva che colpirà il pesce, che sicuramente è più salutare delle merendine, la carne e molti altri alimenti. Il governo ha gettato la maschera. Torna il Pd, tornano le tasse”, dice infatti il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. “La rimodulazione dell’Iva – aggiunge – è un eufemismo per dire che dei 23 miliardi di aumenti che andavano sterilizzati, ne saranno bloccati solo 17 mentre gli altri 6 miliardi saranno presi dalle tasche degli italiani con l’aumento di questa imposta. Colpendo generi alimentari molto diffusi. Altro che merendine, che peraltro appariva una follia. Sta per abbattersi in Italia una tempesta fiscale. Questi sono Pd e grillini. Chi aveva la tentazione di guardare a Renzi ed altri, capirà che se si è di centrodestra non si può avere nulla a che fare con questi bugiardi e con un governo di autentici banditi”.

Crescita zero grazie ai giallo-rossi

Sul versante della crescita poi il panorama non è dei migliori e le proiezioni per il prossimo anno non dovrebbe superare lo 0,5%, con un ribasso rispetto ad aprile (pil programmatico allo 0,7%) e in linea con gli istituti internazionali. Il 2019 dovrebbe invece chiudere con una crescita al lumicino, se non piatta. Il tutto dovrà anche tenere conto del ribasso della crescita 2018 da parte dell’Istat dei giorni scorsi dal precedente +0,9 a 0,8%. Quanto al deficit, si punterebbe ad un livello intorno al 2,2%, (il 2019 dovrebbe invece chiudersi al 2%) a patto però di ottenere qualche deroga legata alla flessibilità Ue per poter sterilizzare le clausole Iva e reperire le risorse per il primo step di riduzione del cuneo. Sul fronte del pacchetto anti-evasione torna sul tavolo anche l’idea di una lotteria sugli scontrini, formula applicata anche da Portogallo e Malta con discreto successo. Tra le misure, prende piede il progetto di azzerare le commissioni per gli acquisti con la carta di credito per i negozianti e incentivare l’uso delle card elettroniche da parte dei clienti.

Meloni: basta favori alle banche

Dal canto suo il segretario del Pd, Nicola Zingaretti sostiene che “bisogna combattere più efficacemente l’evasione fiscale, incentivando i pagamenti elettronici e tracciabili”. Su questo risponde Giorgia Meloni, secondo cui “non basta dimezzarle. Se volete imporre per legge l’uso delle carte di credito, le commissioni le dovete azzerare. Basta favori alle banche”, dice il presidente di Fratelli d’Italia rispondendo anche a Matteo Renzi che su Twitter aveva proposto di dimezzare le commissioni sulle carte di credito.

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