L’arma dell’umorismo si abbatte dal Secolo sulla piattaforma Rousseau
La farsa della Piattaforma Rousseau merita di essere trattata come tale, con ironia, umorismo, senza prenderla troppo sul serio. E’ la storia di una pagliacciata aggirabile, anche con il gusto della presa in giro, così, per stemperare un po’ una faccenda poco credibile, ma purtroppo molto seria per la pagina politica a cui stiamo assistendo. Un uomo politico e giornalista a cui non mancano certo ironia e senso dell’umorismo, il nostro direttore Francesco Storace, ha infatti scritto un tweet, molto ripreso e rilanciato, descrivendo la sua operazione di voto: «È stato facilissimo votare no al governo sulla piattaforma Rousseau». Ha dunque allegato uno screenshot (senza il nome del votante) che mostra come il voto sarebbe stato registrato.
Storace: «Ecco la password….»
Una presa in giro in grande stile in un giorno in cui la fantomatica piattaforma Rousseau apre notiziari e i talk show da ore, anzi da giorni. Ma non è finita. Lo scherzo ha due fasi. Infatti, a stretto giro di posta, il direttore del Secolo d’Italia pubblica un altro post e rivela la password per accedere alla piattaforma. E lì l’effetto è deflagrante: « L’affluenza alla #PiattaformaRousseau è determinata dal massiccio ricorso alla macchina organizzativa del #Pd.
La password dedicata è B1BB14N0». Lo fa postando a seguire il famoso video in cui Luigi Di Maio affermava: «Mi fa schifo il silenzio del Pd sui fatti di Bibbiano». Sì, un’idea che coglie nel segno molto più di tante parole. Basta una parola per smontare la Rousseau. Sì, ha ragione Storace, non resta altro che l’arma dell’umorismo, per stigmatizzare le assurde incongruenze da saltimbanchi che ci stanno propinando.
Il broglio Rousseau è stato una pagliacciata alla grillo.
Nessuno dei clowns pidi/stellati non si neanche lontanamente preoccupato sull’esito scontato della votazione.
Pure Mattarella era tranquillo !
Una truffa per cucirsi un alibi. Stranamente la piattaforma Rosseau di allinea sempre sui desiderata della Nomenclatura. Farebbero ridere, se non ci fosse da piangere.
Sono andati ben oltre “scherzi a parte”, sono proprio alle comiche finali del ridicolo degli “Elevati”.
Una domanda sorge spontanea: sono normali?
Va be’ famose una risata.