La censura di facebook fa un’altra vittima. Donazzan (FdI): si sono accaniti contro un mio post

10 Set 2019 13:44 - di Redazione

”Ieri Facebook mi ha comunicato di aver rimosso un mio post, perché ‘colpevole’ di violare gli standard previsti in materia di violenza e sua prevenzione. Ero convinta che il post in questione fosse legato alla svastica insanguinata che il Coordinamento Studenti Medi di Padova aveva diffuso nei social: invece no, era un semplicissimo commento sulla mia partecipazione al convegno organizzato da Casapound a Roncà (Vr) lo scorso sabato 7 settembre, a cui avevo aggiunto alcune foto scattate in loco”. Commenta così Elena Donazzan, Assessore Regionale del Veneto e Responsabile Nazionale del Dipartimento Lavoro e Crisi Aziendali di Fratelli d’Italia, la censura da parte di Facebook di un post relativo alla sua partecipazione ad un convegno organizzato da CasaPound.

”Trovo tutto questo assurdo: il post non riportava nulla di violento, non conteneva riferimenti a qualcosa di illegale e voleva semplicemente raccontare di un’iniziativa pacifica che si è svolta in un clima sereno e propositivo, tra tricolori e simboli di un partito che si era presentato ufficialmente alle scorse elezioni politiche nazionali. Facebook non può decidere da sé ciò che è giusto o no pubblicare: è un fatto di una gravità inaudita”, continua Donazzan.

”Come può Facebook decidere autonomamente che CasaPound sia un’organizzazione pericolosa? Lo fa partendo da sentenze? Da decisioni di un tribunale? Oppure Facebook ha una linea politica sconosciuta da far rispettare limitando la libertà di opinione, guarda caso all’indomani dell’insediamento di un governo che si preannuncia tra i più a sinistra degli ultimi anni?” si chiede Donazzan, che conclude ”spero Facebook decida quanto prima di ripristinare il post in questione: se ciò non avverrà, presenterò un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere una verifica sull’operato del social network”.

 

Commenti

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  • Cecconi 10 Settembre 2019

    Gentile Signora,

    credo sia meglio presentare subito l’esposto senza aspettare inutilmente del tempo.

    Ormai è talmente tutto chiaro, basterebbe pensare che non sono stati censurati i posto davvero violenti verso la Signora Meloni come anche quello relativo a lei degli studenti di Padova.