Governo, De Micheli fa già infuriare i grillini. E Benetton ringrazia (video)

7 Set 2019 14:46 - di Sveva Ferri

L’ordine partito da Luigi Di Maio, raccontano i retroscena, è quello di non replicare. E, infatti, all’indomani del grave incidente politico tra M5S e Pd, provocato dalle parole del neoministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, su grandi opere, dalla Tav alla Gronda di Genova, e concessioni ad Atlantia, il gatto sembra aver mangiato la lingua ai grillini. Nessuno ne parla più, nessuno minaccia più di cacciarla, nessuno ricorda più che il gruppo del Pd «è meno della metà del Movimento 5 Stelle», come ha fatto ieri il senatore Michele Giarrusso. Ma ugualmente il grave incidente c’è stato e, a due giorni dal giuramento del nuovo governo, la dice lunga sul futuro dell’accozzaglia giallo-rossa.

L’avvertimento di Travaglio

«Se vai avanti così, non arrivate a fine mese», è stato l’avvertimento che Marco Travaglio ha lanciato a De Micheli al termine del suo editoriale di oggi, nel quale tra l’altro l’omaggia di insulti sessisti che alludono a un ruolo in cucina: «Pare sempre in procinto di impugnare il mattarello e tirare la pasta dei tortellini». Poi c’è la base. Basta fare un giro sulla pagina facebook del ministro per capire gli umori del popolo grillino e i suoi sentimenti. Perché Rousseau avrà anche detto sì all’alleanza con il Pd, ma pare proprio che a cose fatte gli attivisti non siano così contenti. Oltre agli attacchi a De Micheli, infatti, nei commenti è tutto un ricordare chi comanda. O, almeno, chi dovrebbe farlo. «Neanche ti sei seduta che già te la comandi con il tuo 18%», scrive Keti, mentre Alex ricorda al ministro che «non hai consenso e ti riteniamo un’abusiva». «O si tolgono le concessioni ad Atlantia o questa Ministro fuori dai c….ni», scrive poi Guido, che si sente di far sentire la voce del padrone insieme ad altri come Ugo: «We come ti chiami, revoca alle concessione di autostrade o vedi di tornartene da dove sei venuta e fai meno l’arrogante».

Scende in campo anche Di Battista

Ricorrente, poi, l’evergreen “serva delle lobby”, utile anche a dare voce a un’altra frustrazione del popolo grillino e non solo: la perdita di un ministero di peso – e simbolico – come quello delle Infrastrutture. Una sconfitta che brucia a tal punto da dare il via al processo di beatificazione di Danilo Toninelli, “che lui, sì, che era bravo” rivendicano adesso i pentastellati. E non solo quelli che contano come il due di picche quando comanda Casaleggio. «Questo l’ho scritto tre mesi fa. Consiglio di farlo leggere a tutti coloro che negli ultimi mesi si sono scagliati contro Danilo. Buona serata», ha scritto nella tarda serata di ieri Alessandro Di Battista, rilanciando un post nel quale sosteneva che Toninelli era bersaglio di un «massacro mediatico» per «fare un favore ai Benetton». Insomma, perché, a differenza di De Micheli, è nemico delle lobby e non perché – come dire… – è Toninelli. De Micheli, quindi, è avvertita e con lei lo è il Pd: è sceso in campo “er Che de noantri”, la guerriglia è appena cominciata.

Paola De Micheli a SkyTg24

"Basta coi no politici ai cantieri, la nostra priorità è la sicurezza di chi lavora e di chi si muove", guarda l'intervista al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli a Sky TG24

Pubblicato da Partito Democratico su Venerdì 6 settembre 2019

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