Facebook vuole una Corte suprema: 40 saggi decideranno sulla censura

18 Set 2019 17:20 - di Carlo Marini
Facebook

Quaranta saggi, che faranno parte di una Corte suprema di Facebook. È l’ultima trovata di Mark Zuckerberg per far fronte alle proteste che si ripetono a ogni latitudine contro le censure incomprensibili adottate ai danni di pagine e utenti.

I 40 giudici decideranno su libertà di parola e contenuti cancellati sul Social che conta oltre due miliardi di iscritti. Con la denominazione Oversight board, la Corte d’Appello prenderà in esame i ricorsi contro le decisioni del social sulla cancellazione dei contenuti. L’organo in questione deciderà quali sono i limiti della libertà di parola. E farà di volta in volta da giurisprudenza interna per i casi a venire.

La Corte suprema di Facebook operativa in pochi mesi

Secondo quanto annunciato dall’azienda californiana, la Corte nascerà entro la fine di quest’anno. L’utente che si vedrà cancellato un contenuto o una pagina da Facebook potrà fare appello all’Oversight Board che a sua volta potrà ribaltare la decisione di Facebook.

40 saggi pagati da Fb ma indipendenti

Lo scopo del Consiglio di sorveglianza è quello di proteggere la libertà di espressione prendendo decisioni di principio e indipendenti sul contenuto ed emettendo pareri consultivi sulle politiche relative ai contenuti di Facebook. I membri del consiglio saranno pagati da un fondo fiduciario finanziato da Facebook e gestito da fiduciari nominati da Facebook, mentre i membri iniziali del consiglio saranno nominati da Facebook. Solo una parte dei 40 giudici sarà nominata direttamente dal gruppo di Zuckerberg, mentre gli altri saranno scelti con un sistema che dovrebbe garantire la massima indipendenza di giudizio. Altro dato che il Social network ci tiene a ribadire è che i 40 saggi non avranno alcun rapporto diretto indiretto con Fb.

Tra i 40 saggi non potrà esserci nessun dipendente o parente di dipendenti di Facebook, non potranno essere funzionari pubblici né funzionari di alto livello all’interno di partiti politici, nè tantomeno possono essere azionisti.  Per il momento, la Corte suprema si esprimerà solo su casi proposti da Facebook. In un secondo tempo, dall’estate 2020, gli utenti di Facebook potranno presentare direttamente i loro ricorsi. Le decisioni non saranno solo vincolanti, ma si applicheranno anche ad altri casi non ascoltati, se considerati abbastanza simili. Per molti osservatori Zuckerberg sta cercando dei capri espiatori, ben pagati, a cui addossare la reponsabilità delle sue censure.

Commenti

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  • Banchero Giuseppe 19 Settembre 2019

    FB deve essere oscurato e i suoi operatori italiani arrestati e buttati in carcere a vita.