Toti colpisce Berlusconi: «Con me si è comportato male. Faccia pure i suoi cespuglietti…»

2 Ago 2019 11:36 - di Franco Bianchini

Non fa sconti, Giovanni Toti. Dopo l’addio agli azzurri, un addio sofferto ma convinto, torna all’attacco. «Eravamo partiti per fare una alleanza di centrodestra», dice nel corso della trasmissione Agorà Estate. «Si trattava – spiega – di una maggioranza che potesse governare il paese e ridare smalto ai moderati all’interno del centrodestr». E invece «abbiamo fatto l’Altra Italia, che è una specie di Federazione di centro». Proprio sull’Altra Italia il giudizio è durissimo: «Somiglia un po’ a quei cespuglietti post- democristiani, che si alleano con chi conviene Pd o Lega, a seconda della bisogna».

«Io credo», dichiara il governatore della Liguria, sempre durante la trasmissione di Rai3, «che non ci fossero più francamente le condizioni per continuare un percorso. Il che non vuol dire che tutto quel mondo è morto. Vuol dire che faremo qualcosa altrove. Siamo passati in pochissimo tempo dalla tragedia alla farsa».

«Eravamo riuniti al comitato per le regole del congresso», racconta Toti, stavolta al Corriere della Sera. «Mara era appena andata via. Sul telefonino di tutti arriva la notizia di questo comunicato surreale di Berlusconi che liquida i due coordinatori e annuncia un coordinamento allargato». Una cosa inaspettata: «L’ho appreso dal telefonino in quel momento, non ne sapevo nulla», ammette Toti. «In Forza Italia, ieri, la logica egoistica ha prevalso sulla generosità e la codardia sul coraggio. Me lo lasci dire. Anche dal punto di vista umano, per com’è andata a finire, là dentro è rimasto il deserto».

«Lascio Forza Italia. Non ci sono più ragioni per rimanere, sinceramente. Ho sperato fino all’ultimo che ci fosse la volontà di far rinascere il partito, di aprirlo, di allargarlo alla società civile. Ma questa non è semplicemente la data in cui Giovanni Toti lascia Forza Italia. Questa è la data in cui finisce Forza Italia. Evidentemente non sono bastate le sconfitte alle Politiche, alle Europee, il crollo nei sondaggi al 6 per cento». Il governatore accusa: «Qualcuno non ha avuto voglia di cambiare rotta», dice riferendosi al presidente Berlusconi: «Sì, senz’altro è Berlusconi. Non è dato sapere in che misura in proprio o quanto mal consigliato, resta il fatto che il presidente Berlusconi non ha dato seguito all’atto di generosità con cui, il 19 giugno scorso, aveva promesso un reale cambiamento».

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