Strage di Bologna, il Copasir vuole le carte “top secret”. Urso: «Puntiamo alla verità»
Avere accesso agli atti e poi poterne parlare. Anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, dovrà partecipare all’emersione della verità sulla strage di Bologna. Perché la verità c’è, è scritta nelle carte, ma ristagna in quelle che hanno ancora il bollino di “top secret”. «Possono, quindi, essere letti dai componenti di Copasir, ma in alcuna forma trascritti e riferiti», ha spiegato il senatore di FdI Adolfo Urso, che del Copasir è membro.
Quelle carte classificate come «riservatissime»
«Il Copasir ha convenuto, su nostra sollecitazione, di chiedere gli atti inerenti la strage di Bologna, gli episodi precedenti e successivi la strage, tra l’altro certamente anche gli atti relativi al lodo Moro e le note che l’allora capo del nostro centro di servizi in Libano aveva scritto. Atti e note sulle quali vi era un segreto di Stato. Gli atti che abbiamo chiesto ci saranno consegnati, ma sono ancora classificati nel massimo della classificazione come riservatissimi», ha chiarito Urso, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’Intergruppo parlamentare e della commissione d’inchiesta, promossa dai colleghi Federico Mollicone e Paola Frassinetti, su «dinamiche e connessioni del terrorismo interno e internazionale con la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e le relative attività dei servizi segreti italiani ed esteri».
Urso: «Cerchiamo la verità»
Intergruppo e commissione chiedono, prima di tutto, la rimozione di quei segreti che ancora impediscono l’accesso alla verità sulla strage di Bologna. Un percorso nel quale il Copasir può fare la sua parte. «L’importante è che il Copasir abbia deciso di chiedere gli atti e che si possano leggere», ha sottolineato ancora Urso, pur ricordando che allo stato attuale quegli atti «possono essere letti, ma in alcuna forma trascritti e riferiti» dai membri del comitato. «Questo è quello che possiamo dire con la speranza e l’augurio che si possa acclarare la verità. Sulla strage di Bologna sono state fatte tante speculazioni e campagne politiche, non da parte nostra. Noi – ha concluso il senatore di FdI – non vogliamo fare un’altra campagna politica, ma cercare la verità storica».