Rotondi implora Berlusconi: «Vai con Renzi, il centrodestra non esiste più»

14 Ago 2019 13:18 - di Adriana De Conto

«Il centrodestra non esiste più, quello che propone Salvini è una cosa diversa e a Berlusconi conviene starne fuori». Gianfranco Rotondi, presidente della fondazione Dc e vice capogruppo alla Camera di Forza Italia, è da giorni che insiste per allontanare gli azzurri di Berlusconi da un’intesa politica con Matteo Salvini. Misconosce il centrodestra e ce la sta mettendo tutta a tirare la volata a Matteo Renzi. E predice scenari funesti: «Come diceva Lenin i fatti hanno la testa dura e un governo istituzionale – spiega Rotondi – sgonfierebbe la bolla speculativa di un governo che ha fatto propaganda». Rotondi sciorina dati e circostanze del passato dandone una lettura tutta sua: «Berlusconi trasformò il Msi in una forza moderna. Salvini ci riporta indietro a una destra estrema alleata in Europa di Le Pen e con tratti xenofobi». Ci sarebbe poi l'”agravante religiosa”, «un uso blasfemo dei simboli», dice Rotondi in un’intervista per Avvenire. «Ho ricordato a Berlusconi che in Europa il Ppe rifiuta ogni alleanza con Le Pen e con le destre. Lui deve fare lo stesso».

Rotondi: «Renzi, uomo di Stato»

Implora Berlusconi. Meglio Renzi. «Renzi sulla Rete – argomenta – è continuamente ingiuriato dagli M5S, ma da uomo di Stato dice: ‘Avanti l’Italia, non facciamo aumentare l’Iva al 25% abbracciamo il nemico e usciamo da questa situazione. Penso che Forza Italia debba fare lo stesso», dice il presidente della fondazione Dc agitando lo spauracchio dell’Iva. Rotondi vedrebbe «un governo di solidarietà nazionale sul modello di quello che Andreotti ebbe il coraggio di fare nel 1976. In alcune aree del Paese comunisti e democristiani si picchiavano, ma Berlinguer e Moro diedero vita ad un governo degli opposti. Berlusconi è con la Merkel il leader poi importante del Ppe, non può allearsi con Salvini sapendo di perdere voti ma deve accettare la sfida di un governo di solidarietà nazionale».

Viva Bettini, viva Conte

I suoi punti di riferimento in questa fase sono Bettini e il premier Conte, d’improvviso elevato a salvatore della Patria. «Il Paese è avvelenato e non ha bisogno di politiche che gettano benzina sul fuoco. Ma guai – chiosa Gianfranco Rotondi – se nascesse un governo Pd-M5s. Un governo del genere deve coprirsi anche sul centrodestra. E sarebbe anche l’occasione per approvare un piano di riforme istituzionali pronto da anni, non c’è solo il taglio dei parlamentari. Per fare riforme e legge elettorale serve un patto di legislatura, come dice Bettini. Ammodernare le istituzioni è un chiodo fisso anche di Berlusconi. Occorre umiltà e assenza di pregiudizi. Prendiamo molti interventi del premier Conte. È una figura alla quale guardiamo con molta attenzione, anche per il futuro».

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