Lo strappo di Paragone coi big del M5S: «La via di Prodi? Porta a iniquità e ingiustizie»
Lo Stato Maggiore del M5S sbatte la porta in faccia a Matteo Salvini, ma tra i big grillini c’è chi non è assolutamente d’accordo con la chiusura con la Lega e, soprattutto, con l’apertura al Pd: il caso più in vista è quello del senatore giornalista pentastellato, Gianluigi Paragone che, dopo un iniziale accordo con la linea dettata dal Guru Beppe Grillo, è tornato sui suoi passi.
I dubbi di Paragone sulla chiusura con Salvini
I dubbi hanno cominciato a concretizzarsi intorno a ferragosto quando Paragone, dopo essersi detto infastidito dal mood imposto da una non meglio precisata «forza di responsabilità! che ha attanagliato all’improvviso il Movimento, ha cominciato a sospettare che dietro il fumo non ci fosse solo puzza di briciato, ma proprio l’arrosto carbonizzato. E giù con post e tweet del tenore di: «In pochi giorni sui giornali il Movimento è diventato una forza responsabile, saggia, con cui dialogare. E dire che fino a poco tempo fa eravamo incompetenti, inaffidabili, al guinzaglio della Lega… Certe liaison trasformano i rospi in Principi».
Quel post sul discorso di Prodi sull’euro riperticato ad hoc…
Specchietto per le allodole? Trappola letale? Certo è che Paragone non ci vede chiaro: e quando d’emblée è riapparso sulla scena il fantasma di Prodi evocato dai dem, il sospetto del conduttore de La Gabbia è diventato certezza. Tanto che oggi, su Facebook, rilanciando lo spezzone di una vecchia intervista in cui Romano Prodi parla dell’ingresso dell’Italia nell’euro, Paragone ripertica “perplesso”: «Il navigatore della nuova rotta indica la via, la sola via. Che poi è quella che ho criticato per anni in tv, in radio, nei libri che ho scritto… Non è un problema di vecchie dichiarazioni, qui bisogna fare i conti con ciò che pensi sia giusto o sbagliato. E per me la via di Prodi porta a iniquità e ingiustizie». A buon intenditor…
Certo, il vecchio marpione punta a farsi eleggere Presidente della RI. Ma ci pensate,uno che chiama il Governo col nome di una nonsisachiè!