La strategia di Salvini: tirare fuori il jolly. E ai suoi dice: «Non mollate la presa»

26 Ago 2019 9:37 - di Fulvio Carro

Salvini continua a lavorare alla strategia. Il tempo stringe. Riunisce i fedelissimi, telefona, si consulta: «Non mollate la presa». Da una parte l’ipotesi di un ritorno di fiamma pentastellato. Dall’altra l’eventuale concretizzarsi delle condizioni per andare al voto anticipato. Twitta: «Mai arrendersi, mai». Studia le mosse di Di Maio, convinto che non possa allearsi con Zingaretti così facilmente. Il leader leghista conosce i sondaggi che circolano, i pentastellati rischiano grosso. E quindi tutto torna in gioco. Per adesso aspetta. E nel caso in cui Pd e M5S trovassero l’accordo, niente paura: «Che fanno? Riaprono i porti? Rimettono le mani nelle tasche degli italiani? Benissimo: prima o poi alle urne andiamo all’incasso con percentuali stellari».

Non tralascia nessuna opzione, il vicepremier. Se Di Maio decidesse di riaprire la porta, Salvini porrebbe condizioni precise. Non sarebbe possibile andare avanti con i Toninelli, le Trenta e i Bonafede. Alcuni esponenti della Lega continuano ad avere rapporti con i pentastellati. E giurano che ci sono parecchi grillini che non vogliono contrarre matrimonio con il Pd.   Il problema è tutto di Di Maio.

Nessuno chiude la porta, ma certo adesso il boccino è in mano ad altri. Salvini mantiene ferma la linea: far fallire a ogni costo l’inciucio e tirare fuori un nuovo jolly per far cambiare rotta a Luigino. Qualcuno si aspetta una mossa a sorpresa dell’ultima ora, e intanto non “spegne il telefono”.

Dai piani alti di via Bellerio si continua a scrutare l’orizzonte. Quello che succederà nelle prossime ore è nelle mani di Di Maio e Zingaretti, però ogni minuto che passa senza che i due trovino un accordo consuma il tempo che il Capo dello Stato ha concesso ai partiti per trovare un’intesa. Tempi stretti, visto che Mattarella riapre il Quirinale tra 48 ore. E quindi no news good news, ragionano nella war room leghista. Ovvero, «così andiamo al voto entro novembre».

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