La mossa di Grillo per la sopravvivenza dei Cinquestelle: «Chiudiamo con Salvini»
A Marina di Bibbona hanno delineato la strategia. Beppe Grillo rinnegando se stesso, ha spalancato le porte al Pd. Dopo averne dette di cotte e di crude su Renzi e i dem, è stato colto da improvvisa infatuazione. C’è in ballo la sopravvivenza dei Cinquestelle, i sondaggi sono disastrosi. Occorre tempo, occorre arrivare alla fine della legislatura, inventarsi qualcosa che possa recuperare consensi. Altri provvedimenti utili alla propaganda. Proprio per questo, il leader massimo del (fu) Movimento ha sentenziato: «Salvini non è più un interlocutore credibile».
I toni sono stati quelli caratteristici di Grillo. Un’ondata di insulti mascherati da velenosa ironia. L’ex alleato leghista, questa la tesi – ha staccato «la spina al governo del cambiamento l’8 agosto tra un mojito e un tuffo». Poi, sempre a detta del leader comico, ha fatto retromarcia tentando di «dettare condizioni senza alcuna credibilità». Quindi, il M5S non ha dubbi sul fatto che il ministro dell’Interno sia «un interlocutore inaffidabile. Dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi», si legge in una nota pentastellata. «Il Movimento – conclude – sarà in Aula al Senatoal fianco di Giuseppe Conte il 20 agosto».
Non appena si è diffusa la notizia del Verbo di Grillo, altri pentastellati si sono subito precipitati a dire d’essere d’accordo. Come il deputato sannita Pasquale Maglione. «Le dimissioni del ministro degli Interni sarebbero la naturale conseguenza delle sue scelte», ha detto. «Un ministro che, annebbiato da un delirio di onnipotenza e vittima dei sondaggi, ha deciso di aprire una crisi di governo il 15 agosto senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze di tale scelta sulla tenuta dei conti pubblici e pensando, unicamente, al tornaconto personale e del proprio partito».
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