Dal fantacalcio alla fantapolitica: giorni di una crisi folle fatta di bluff e di finzioni

27 Ago 2019 9:06 - di Andrea Migliavacca

All’epoca dei social network dove le notizie (vere o presunte) sono alla portata di tutti, è difficile rimanere orientati, perché, non sempre, ciò che viene proposto (dai giornalisti, dagli analisti ed anche dai politici) è vero. La verità, tuttavia, spesso supera la fantasia più sfrenata.

L’accordo M5S e PD sarebbe dunque l’alternativa all’ingiallito e ormai logoro contratto di governo. A dirlo sono proprio loro, i politici, che rivelano agli intervistatori le loro volontà (le ultime, forse, politicamente parlando).

Qualche attento osservatore, infatti, è riuscito a scovare, nella rete, frammenti di filmati nei quali ciò che si legge nei giornali, sotto forma di intervista, è stato effettivamente detto. E quindi l’articolo di Repubblica, dove vengono impresse le (incomprensibili, perché le premesse confliggono con le conclusioni) ragioni del senatore Maria Elena Boschi – già ministro e, poi, sottosegretario, nella precedente legislatura – per sostenere l’alleanza con l’antagonista politico di sempre (il Movimento Cinque Stelle), è vero.

Sono vere anche le affermazioni dell’ex premier Renzi, il quale tra l’inaugurazione di un corso accelerato per fare buona politica a giovani illusi aspiranti politici e qualche considerazione calcistica, ha accarezzato l’ipotesi di un governo giallorosso, ovvero arancio pallido, perché il rosso compone il colore, in minima parte.

Il segretario Zingaretti, che, a tratti, ricorda Veltroni, nelle moderate affermazioni, sollecitato dalla frangia dem, la più corposa e determinante in Parlamento, dopo aver escluso la fatale unione col movimento di Grillo, ha aperto porte e finestre, ponendo alcuni (ma assai generici) limiti. Tutto per il bene del Paese.

Dall’altro lato, c’è Luigi Di Maio, incoronato leader del movimento dalla Piattaforma Russeau, il quale – salvo qualche intervento estemporaneo, in cui ha categoricamente escluso di sedersi al tavolo col PD – è rimasto in silenzio.

Molto più diretti sono altri esponenti. Alcuni apertamente favorevoli, avendo rappresentato sin da subito le loro idee, decisamente più vicine al Pd che al partito di appartenenza; altri, duramente contrari, perché fedeli ad un mutevole “vangelo”. Si pensi alla bislacca ipotesi del “mandato-zero”, quello che consentirebbe agli eletti di poter proseguire oltre le due (irripetibili) legislature.

Questa nuova e (circoscritta) alleanza è l’epilogo di una forsennata estate, in cui chiunque ha potuto dire qualunque cosa, senza timore di essere smentito.

Qualche spietato buontempone, però, ha raccolto riprodotto in sequenza, tutte le frasi dei protagonisti di questo bizzarra (e non ancora conclusa) estate fantapolitica; frasi nelle quali, con espressioni anche forti si è demonizzato l’avversario politico, quello stesso col quale oggi, invece, si vorrebbe concludere il patto. Un patto scellerato, probabilmente, rabberciato in poche ore, nelle quali non risulta importante il contenuto, ma il nome del Presidente del Consiglio.

È vero che la Costituzione prevede che la legislatura duri cinque anni, ma la storia insegna che esistono anche le elezioni anticipate e che i rimpasti od i governi tecnici possono procurare danni maggiori del costo prodotto dall’elezione.

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