Corsa alle poltrone: ecco tutti quelli che scalpitano per diventare premier e ministri

23 Ago 2019 10:08 - di Paolo Sturaro

Premier e ministri, è già spartizione. Questo a te, quello a me. Un ministro qui, un ministro là. La trattativa sui “punti” del programma passa in second’ordine. È una corsa a chi si prende la poltrona. L’obiettivo è andare da Mattarella con l’elenco pronto, senza malpancisti. Il problema di fondo è il nome del presidente del Consiglio “giallorosso”. Occorre qualcuno che dia un minimo di credibilità all’inciucio. E che giustifichi in qualche modo l’allegra alleanza tra Pd e M5S, che sono passati dall’odio all’amore nel giro di un attimo.

L’identikit del capo del governo

Quel nome dovrà essere sul tavolo del prossimo giro di consultazioni al Quirinale. «Conte ormai è fuori», assicurano dal Pd facendo notare che anche Di Maio, dopo l’incontro con Mattarella, non abbia mai citato il nome del premier uscente. I dem, però, si aspettano che proprio per questo motivo il M5S rilancerà sul premier, con lo stesso Di Maio in cima alla lista. In questo caso, diventerebbero concrete le chances di Paolo Gentiloni di diventare commissario Ue.  Restano sempre nel totonomi le figure di un premier di area, come Raffaele Cantone e l’economista Enrico Giovannini. C’è poi Marta Cartabia, che però a dicembre potrebbe diventare presidente della Consulta. E circola anche il nome di Paola Severino, vicepresidente della Luiss. Scalpita anche Fico, che potrebbe far contenti i Cinquestelle e la sinistra. 

Premier e ministri, i “papabili” fremono

Circolano anche gli schemi per le poltrone del governo. La divisione dei ministeri più importanti sarebbe già fatta. Molte le caselle occupate. Circolano i nomi di Franco Gabrielli (Interni), Nicola Gratteri (Giustizia), Ernesto Ruffini (Fisco/Entrate), Roberto Gualtieri (Ue o Economia), Anna Ascani (Cultura), Emanuele Fiano (Interno), Luigi Marattin (Economia) e dello stesso Cantone. Se, però, il patto giallorosso dovesse incepparsi a un passo dal traguardo solo ed esclusivamente sul nome del candidato premier, gli “sherpa” non escludono di poter ricorrere a un aiuto al Quirinale, con un ok all’indicazione di un nome “super partes”, stimato da tutti, capace di chiudere la partita. In quest’ottina si fa il nome non solo di un giurista di primo piano (Sabino Cassese) ma anche di una donna come Marta Cartabia o Paola Severino.

Commenti

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  • Michele Tampier 24 Agosto 2019

    Roba da pazzi, Fiano agli interni, uno stalinista in dioppiopetto,vendicativo con rancorosità pregressa ed aprioristica stile certi personaggi che bazzicano in certi ambienti dell’ebraismo Capitolino ; la Severino, esperta democratica in retroattività delle legge. Gratteri, Gabrielli e Ruffini gli unici nomi accettabili

  • enzo 23 Agosto 2019

    Poveri noi! quando il popolo conterà qualcosa? per risolvere i problemi occorre una moneta alternativa all’euro o fuori dall’euro con una moneta nazionale

  • giovanni55 23 Agosto 2019

    Non oso immaginare cosa possa fare Emanuele Fiano come Ministro dell’Interno. Sarebbe come metterci la Boldra. Ovvero immagino che ci riempirebbe di clandestini fino a farci scoppiare. Se proprio non se ne può fare a meno del PD meglio recuperare Minniti.