«Amen», «Maria», «Signore»: Di Maio copia Salvini e tutti diventano “religiosi”
La politica, attività profana per eccellenza, sembra riscoprire il linguaggio della devozione religiosa. Lo si può registrare dalle ultime esternazioni dei vicepremier Salvini e Di Maio che in queste ultime ore hanno rispolverato locuzioni diffuse nell’uso popolare e attinenti alla sfera della spiritualità. Ha cominciato il vicepremier Matteo Salvini, che dopo l’approvazione del decreto sicurezza bis su Facebook ha ringraziato, oltre ai cittadini, la Beata Vergine Maria. Sottolineando che a prescindere dai numeri, apprezzava il fatto che il 5 agosto, per chi è stato a Medjugorje, rappresentasse il compleanno della Vergine Maria.
Di Maio: «Ogni santo gorno che Dio ci regala…»
Sembrava che l’uso di rivolgersi alla sfera del sacro fosse un uso soltanto del ministro dell’Interno, sovente massacrato per questo e biasimato dalle gerarchie ecclesistiche stesse. Invece anche su questo lo ha seguito a ruota l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che sempre su Facebook parlando dei continui attacchi ai ministri del Movimento Cinque Stelle, si è lasciato andare a una chiusura di sapore religioso. «Ogni santo giorno che il Signore ci regala, noi lo sfruttiamo per dare il meglio di noi stessi», ha scritto sui social Di Maio. E parlando di quei continui attacchi ai ministri pentastellati Di Maio ha replicato: «Sapete cosa penso? Amen». Che, oltre a essere la chiusura di ogni preghiera cristiana che si rispetti, nel linguaggio comune può anche essere interpretato come un’espressione di soave indifferenza.