Teheran annuncia: “Catturate 17 spie della Cia. Alcune saranno impiccate” (video)

22 Lug 2019 12:52 - di Laura Ferrari

Teheran alza il tiro contro Londra e Washington. Dopo il sequestro della petroliera britannica nello stretto di Hormuz il governo iraniano annuncia di aver «spezzato» la rete di intelligence americana nel Paese.  L’Iran annuncia l’identificazione e l’arresto di «17 spie legate alla Cia». Il ministero dell’Intelligence ha confermato che è stata «smantellata una importante rete di spie legate alla Cia», come scrive l’agenzia ufficiale Irna. Secondo il direttore generale del controspionaggio del ministero, le “spie” lavoravano in «siti sensibili e nel settore privato». Stando al direttore generale, citato anche dall’agenzia Fars dopo una conferenza stampa a Teheran, le «spie sono state addestrate dalla Cia e catturate all’interno» del territorio iraniano.

«Sono già state emesse le sentenze. Alcuni sono stati condannati a morte e altri a lunghe pene detentive», ha detto alla stampa il capo del controspionaggio del ministero dell’Intelligence iraniano. La pena di morte, in Iran, viene eseguita tramite impiccagione. E proprio il governo di Teheran è al centro delle proteste di Amnesty International per il suo triste primato in fatto di esecuzioni. «Le spie che abbiamo identificato lavoravano come appaltatori o consulenti in centri sensibili nonché in settori privati associati a questi centri», ha affermato un funzionario della sicurezza interna citato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna. Stando alle autorità iraniane, le presunte spie avrebbero agito in modo indipendente.

A metà giugno, sullo sfondo delle tensioni tra Washington e Teheran, il potente capo del Consiglio supremo di Sicurezza nazionale del’Iran, Ali Shamkhani, aveva annunciato che era stata smantellata in Iran una rete di “cyber spionaggio” composta da presunti agenti della Cia. All’epoca non era stato rivelato il numero delle persone arrestate né quando fosse scattata l’operazione.

Crisi con Teheran: impennata del petrolio

Le conseguenze si fanno sentire anche alla Borsa di Milano. Oggi impennata per il petrolio, perché non si sblocca la situazione nello stretto di Hormuz, dopo il sequestro di una nave britannica da parte dell’Iran. Il Brent è a 63 ,76 dollari, 2,07% rispetto a ieri. E a Piazza Affari i settori in crescita sono proprio quelli legati a materie prime e oil&gas, che salgono rispettivamente dell’1,15% e 0,75%.

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