Omicidio del carabiniere, l’assassino fa la vittima: «È provato psicologicamente, non parla…»

27 Lug 2019 16:05 - di Redazione

«Il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere, è un ragazzo di 19 anni molto provato dalla situazione. Per rispetto del militare è meglio stare in silenzio». Lo ha detto l’avvocato Francesco Codini, difensore di Elder Finnegan Lee (a destra nella foto), il giovane americano che ha ammesso di aver accoltellato il vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, al termine dell’interrogatorio per la convalida del fermo di Elder. Il gip si è riservato di decidere mentre prosegue l’interrogatorio di Christian Gabriel Natale Hjorth, l’altro americano fermato. I due sono accusati di concorso in omicidio aggravato e tentata estorsione.

La ricostruzione del delitto di Elder

Secondo la ricostruzione della Procura, dopo aver stabilito un appuntamento in zona Prati per la riconsegna dello zainetto rubato, ”raggiunto il luogo concordato e avvicinatisi i due carabinieri Mario Rega Cerciello e Andrea Varriale in borghese allertati dal Brugiatelli, nonostante i due militari si fossero qualificati come appartenenti all’Arma dei Carabinieri, dapprima ingaggiavano una colluttazione rispettivamente il Cerciello con Elder e il Varriale Andrea con Natale Hjorth” dopodiché Elder – si legge ancora nel decreto – colpiva con ”numerosi fendenti il Cerciello’‘ colpendolo ”in zone vitali” tanto che a seguito dei fendenti inferti ”il carabiniere Cerciello decedeva presso il pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito”. Dopo l’aggressione entrambi i responsabili scappavano ”incuranti delle condizioni del Cerciello, esanime.

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