Mutui sospetti, il senatore Siri e il suo capo segreteria Perini indagati per autoriciclaggio

31 Lug 2019 17:34 - di Redazione

Armando Siri risulta indagato a Milano per autoriciclaggio. Un’accusa nei confronti del leghista, ex sottosegretario, legata all’inchiesta su due mutui sospetti. Non solo l’ex sottosegretario, nell’inchiesta milanese che riguarda due mutui sospetti risulta indagato anche Marco Luca Perini, capo della sua segreteria. È quanto emerge da fonti della procura di Milano che indaga per autoriciclaggio.

L’inchiesta milanese su Siri riguarda due “prestiti di favore a elevato rischio” concessi da una banca di San Marino e caratterizzati da una doppia serie di “violazioni sistematiche” delle regole creditizie: 750 mila euro sarebbero stati incassati dal senatore tra ottobre e gennaio scorsi, quando era ancora viceministro delle Infrastutture, e altri 600 mila sarebbero stato ottenuti appena tre mesi fa da un imprenditore a lui collegato, almeno secondo quanto riportato da L’Espresso. Le presunte anomalie “più gravi della pratica di Siri riguardano documenti decisivi che risulterebbero alterati, cancellati, omessi o tenuti nascosti: atti ricostruiti dagli inquirenti dopo uno scontro con la banca per sbloccare il sistema informatico”, secondo alcune fonti di stampa. L’indagine della procura di Milano sugli affari di Siri a San Marino era nata all’inizio di quest’anno dalla segnalazione antiriciclaggio di un notaio milanese, rivelata invece da Report, che riguardava i 585 mila euro utilizzati dall’esponente leghista per acquistare una palazzina alla periferia di Milano, intestata però a sua figlia. Il secondo prestito di 600 mila euro che risulterebbe “correlato a Siri” è stato invece “svelato” di recente sempre dal settimanale L’Espresso. Solo due giorni fa la Guardia di finanza aveva perseguito la società Tf holding, società beneficiaria del secondo mutuo sospetto. I sequestri avevano interessato anche altre persone coinvolte nell’operazione al centro dell’indagine. Inoltre la procura di Milano, ieri pomeriggio, ha inoltrato al Senato una richiesta per procedere al sequestro del pc dell’esponente leghista Siri. Si tratta di un computer che da quanto dichiarato a verbale da Marco Luca Perini, capo della sua segreteria, sarebbe nella disponibilità di Siri. Il sequestro è scattato in alcuni uffici nella disponibilità dei protagonisti dell’inchiesta milanese nata rispetto a due mutui sospetti.

Ma la banca di San Marino “assolve” Siri

Come si accennava, è da San Marino che è partita l’inchiesta approdata sui tavoli della procura di Milano e che vede al centro due mutui sospetti a favore del senatore Armando Siri. È stata l’autorità di vigilanza bancaria a rilevare delle presunte anomalie e a segnalare all’autorità giudiziaria che ipotizza l’amministrazione infedele. Attraverso delle rogatorie, i documenti ora al vaglio degli inquirenti milanesi sarebbe piuttosto ingente. Carte da sommare a quelle ottenute dai recenti sequestri operati dalla Guardia di finanza due giorni fa a Milano. La procura ha anche ascoltato alcune persone. Siri, già coinvolto in inchieste per corruzione a Roma e Milano, è finito anche nel mirino delle autorità di San Marino – per due mutui sospetti da oltre 1,3 milioni di euro – che a sua volta ha trasferito per competenza gli atti alla procura di Milano. Entrambi i finanziamenti bancari sarebbero stati giudicati contrari ai principi di sana e prudente gestione del credito dagli ispettori della Banca centrale di San Marino e dell’agenzia antiriciclaggio, che dopo sette mesi di verifiche e interrogatori riservati hanno deciso di denunciare tutto alla magistratura. Ma ieri la Banca Agricola Commerciale istituto bancario Sammarinese era intervenuta ufficialmente sul caso giudiziario: “La stipula del mutuo ad Armando Siri non ha determinato alcun tipo di danno all’istituto: la sua incidenza si attesta allo 0,17% del totale dei crediti concessi”. E ancora: “Senza alcuna intermediazione politica, la banca ha accordato a Siri un mutuo allo scopo di acquistare un fabbricato da mettere a reddito; ad oggi, non v’è alcun elemento che lasci presumere una minor capacità di rimborso da parte di Siri. Sul piano patrimoniale, la banca presidia quotidianamente tutte le proprie ragioni di credito”.

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