Meloni: «Sulla Tav fanno il gioco delle 3 carte. Non vogliono andare ad elezioni» (video)
Una exit strategy per il M5S, un «gioco delle tre carte» per far salvare la faccia ai grillini e, insieme, tenere a bada le «fibrillazioni» nel governo. Con l’obiettivo di «non andare a votare». All’indomani dell’intervento del premier Giuseppe Conte sulla Tav, Giorgia Meloni legge in una chiave tutta politica quella “svolta” del premier. E lancia un avvertimento: «Ogni giorno che passa ci avvicina al governo tecnico, se le elezioni si vanno a sovrapporre all’apertura della questione di bilancio diventa sempre più difficile andare a votare».
Un favore al M5S
«Sulla Tav c’è un gioco delle tre carte, si dice che deve decidere il Parlamento e in Parlamento c’è una maggioranza per la Tav, ma il M5s può salvare la faccia dicendo che ha votato contro», ha detto Meloni, intervistata da Maria Latella e Oscar Giannino a Radio24. Una lettura che trova conferma nelle parole del ministro grillino Alfonso Bonafede a Omnibus su La7. «Il Movimento 5 Stelle ha sempre detto che la Tav non va fatta. Nel contratto di governo è prevista una rivisitazione dell’opera. Deciderà il parlamento e il Movimento 5 Stelle dirà no», ha sostenuto il Guardasigilli, aggiungendo poi che «l’opera era già stata decisa da precedenti governi e che «si deve tenere conto degli accordi che sono stati fatti con la Francia».
Meloni: «Non vogliono andare a votare»
«Si cerca di non creare fibrillazioni per non andare a votare», ha aggiunto poi Meloni, ricordando però che «le possibilità per il governo giallo-verde di andare avanti per il prossimo anno sono molto risicate». Dunque, l’ostinazione a tenere insieme l’esperienza grillo-leghista a Palazzo Chigi apre la strada a scenari tutti «preoccupanti»: dal possibile governo di M5S e Pd, fra i quali tutti hanno visto in questi giorni una certa corrispondenza di «amorosi sensi», a un «governo tecnico modello Nazareno allargato ai grillini», come quello che si è visto in Ue in occasione del voto su Von der Leyen, fino a un’Italia in amministrazione controllata, con conseguente aumento dell’Iva, qualora il governo dovesse cadere con la questione di bilancio aperta.
Votare a settembre per dare all’Italia un vero governo
«Se il governo non cade in questi giorni – ha proseguito Meloni – gli scenari sono questi. E sono tutti preoccupanti». «Io credo – ha quindi sottolineato – che bisognerebbe andare a votare a settembre, prendere atto che questa esperienza di governo non ha funzionato e cogliere l’occasione storica che abbiamo oggi di dare all’Italia un governo forte, coeso, con numeri importati e capace di durare 5 anni, perché anche la stabilità è un grande problema italiano».
Buongiorno! In collegamento telefonico su Radio 24.
Pubblicato da Giorgia Meloni su Martedì 23 luglio 2019