L’Asmara oggi è un museo a cielo aperto grazie al fascismo: un libro ce la racconta

5 Lug 2019 14:28 - di Redazione

Eritrea – L’architettura coloniale italiana è il titolo del nuovo libro fotografico di Roberto Guiot con la prefazione di Alberto Alpozzi. Un testo che valorizza le architetture della città della capitale eritrea Asmara, divenuta patrimonio dell’Unesco, e che ne approfondisce la conoscenza. Ben 4.300 sono gli edifici mappati della capitale dell’Eritrea che sono stati progettati ed edificati dagli italiani quando il Paese del Corno d’Africa era una colonia del Regno d’Italia e oggi accettati senza equivoci e pregiudizi dal popolo eritreo che li ha ereditati. Costruita dal 1882 al 1941, l’Asmara ha la più alta concentrazione di edifici modernisti al mondo, realizzati negli anni Trenta, che la rendendo praticamente un museo vivente a cielo aperto. Dall’introduzione dell’autore: “Grandi architetti giunsero in Eritrea e alle classiche costruzioni di fine 800 primi 900 con forme classicheggianti con colonnati, bifore, facciate e balconi di ispirazione liberty si aggiunsero veri capolavori di architettura razionalista e futurista di bellezza tale che nel 2018 l’Unesco ha dichiarato Asmara patrimonio dell’umanità.” Nel libro si trovano centinaia di fotografie a colori e le schede dei seguenti edifici e luoghi di Asmara presenti nella lista World Heritage: Albergo Italia, Africa Pension, Quartiere dei Villini, Caravanserraglio, Piazza Roma, Piazza Michele Bianchi, Ufficio Postale, Albergo Hamasien, Teatro Asmara, Cattedrale, Stazione ferroviaria, Cimitero, Farmacia Centrale, Cinema Croce Rossa, Cinema Impero, Cinema Roma, Cinema Odeon, Sede R.A.C.I., Fiat Tagliero, Palazzo Gheresadik, Grande Moschea, Bar Zilli, Cattedrale ortodossa, Fontana Mai Jah Jah, Cinema Capitol, Agenzia Lancia, Villa Grazia, Villa Avram, Villa Laila, Villa Tagliero, Villa Venezia, Palazzina Bnl, Corso del Re, Monopoli Tabacchi, Bristol Pension, Viale Mussolini, Palazzo Mutton, Bar e caffè e inoltre scorci delle città di Cheren, Decamere e Massaua. L’attenzione si focalizza sulla città di Asmara – scrive Alpozzi nella prefazione – emblematica per la sua evoluzione urbanistica e architettonica ma troviamo anche scorci di Cheren, Decamere e della martoriata Massaua. Una sorta di piccola guida storico-architettonica per chi volesse viverla o visitarla. Edificio per edificio, caffè dopo caffè oppure un karkadè. Tra cinema e teatri l’autore ci porta a passeggio con lui per conoscere la storia dell’architettura coloniale di questo Paese che tanto abbiamo amato e tanto amiamo ancora per i profondi legami storici che ci legano. Guiot ama particolarmente questa città e la conosce perfettamente tanto da poterne fare una mappa mentale quando te la racconta e descrive. Questa mappa, insieme alla sue fotografie, si sono trasformate in un libro che vuole essere un omaggio agli eritrei che l’hanno conservata e la amano e a quegli italiani che tanto diedero a questa terra per più di mezzo secolo.”

Eritrea – L’archittettura coloniale italiana di Roberto Guiot – € 20,00 + sp. Per ordinare il libro inviare mail ailfarodimussolini@libero.it

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Per sfogliare il librohttps://www.facebook.com/Eritrea.Architettura.Coloniale.Italiana/videos/375546959985764/

Commenti

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  • Cesare Zaccaria 6 Luglio 2019

    Sono vissuto ad ASMARA, MASSAUA, negli anni cinquanta, città bellissima in puro stile razionale , stile fascista, gli imprenditori italiani erano all’avanguardia, apprezzatissimi, i rapporti con gli eritrei ottimi , tra pari, la ferrovia Asmara Massaua, costruita dagli italiani era la più ardita del mondo , in 50 chilometri collegava un dislivello di 2.500 metri.

  • Giuseppe Malaisi 5 Luglio 2019

    nessuno mette in dubbio le grandi trasformazioni economiche e sociali attuate dal fascismo nel ventennio; purtroppo tutte queste cose che pure restano come le architetture in italia ed in africa sono state travolte dalla vergogna delle leggi razziali e da una guerra che non avremmo dovuto mai combattere.
    Senza queste macchie indelebili in italia governerebbero ancora gli eredi di quel regime con un naturale adattamento delle leggi al tempo trascorso da allora.