La febbre del Nilo torna a far paura: colpito un 79enne padovano. E’ il primo caso del 2019

19 Lug 2019 16:42 - di Redazione

E’ stato segnalato il primo caso dell’anno di infezione da virus West Nile della stagione estiva 2019 in Veneto. L’infezione ha colpito un uomo di 79 anni che vive in area rurale in provincia di Padova e presenta febbre persistente da 10 giorni. La notizia è stata ufficializzata dalla Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione del Veneto.
Nel 2018 la prima positività negli insetti era stata riscontrata il 7 giugno e il primo caso umano era stato notificato il 16 giugno, circa un mese prima rispetto a quest’anno. «La rete di sorveglianza entomologica regionale – informa l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – non ha finora evidenziato alcuna positività per il virus West Nile nelle zanzare catturate, il che indica una diffusione più limitata del virus nell’insetto vettore rispetto all’anno scorso».

La differente situazione rispetto a quella del 2018, secondo gli esperti della Regione, è in parte spiegabile da fattori meteo-climatici (stagione primaverile piu’ fredda e quindi meno favorevole alla proliferazione delle zanzare). «Tuttavia – aggiunge la Lanzarin – un contributo importante al contenimento della proliferazione delle zanzare è dato dall’attuazione coordinata e sistematica, su tutto il territorio regionale, degli interventi di disinfestazione larvicida e adulticida previsti dalla DGR 174 del 22 febbraio 2019, sulla base delle linee guida del Ministero della Salute».

I sintomi

L’infezione da virus West Nile  nella maggior parte dei casi decorre nell’uomo in modo asintomatico, avverte l’assessore. Nel 20% dei casi possono verificarsi sintomi di lieve natura come febbricola, mal di testa, nausea, vomito, eruzioni cutanee (febbre West Nile, WNF). In meno dell’1% dei casi, in particolare persone anziane e debilitate, si possono presentare febbre alta, debolezza muscolare e complicanze neurologiche come encefalite. L’infezione non si trasmette per contagio diretto da uomo a uomo, ma solamente attraverso la puntura di zanzara infetta, o attraverso le donazioni di sangue ed emocomponenti, organi e tessuti di persone con infezione».

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