Il missile? “Salvini non era il bersaglio”. Era destinato al mercato nero delle armi

17 Lug 2019 14:01 - di Redazione

La Procura di Torino ha smentito che l’indagine che ha portato al sequestro di armi da guerra e di un missile sarebbe legata a un progetto di attentato contro il ministro Salvini.  Secondo la ricostruzione del sito Il Post, il famoso missile sequestrato in un un hangar di Pavia e tanto citato da tutti i media, «non era nelle mani di un gruppo di neonazisti o altri estremisti, ma è invece passato di mano tra una serie di imprenditori italiani e svizzeri, gli ultimi dei quali ne hanno affidato la vendita a un ex candidato di Forza Nuova con simpatie neonaziste che, tra gli altri, ha provato a venderlo a un altro gruppo di estremisti che avevano combattuto accanto al governo ucraino e contro le milizie filo-russe dell’Ucraina orientale, che però si rifiutò di compiere l’acquisto».

Il Qatar: “Un nostro missile venduto a un Paese amico”

Sulla questione è intervenuto il governo del Qatar. «Siamo molto preoccupati di come un missile venduto nel 1994 sia finito nelle mani di una terza parte non statale». Tramite un tweet del portavoce ufficiale del Ministero degli affari esteri il Qatar ha ufficialmente ammesso che il Matra R-530 F rinvenuto in un hangar nei pressi dell’aeroporto di Rivanazzano Terme, riconducibile a un 42enne cittadino svizzero con ditta a Melide, faceva parte di un lotto di 40 razzi aria-aria venduto 25 anni fa a un “Paese amico”.

Come funziona il missile Matra Super 530F

«Il Qatar collabora attualmente a stretto contatto con tutte le parti coinvolte, tra cui l’Italia, per scoprire i fatti, e siamo molto preoccupati di come un missile venduto nel 1994 sia finito nelle mani di una terza parte non statale. I missili erano stati venduti a un Paese che a questo stadio dell’inchiesta non «vuole essere identificato», ha twittato la portavoce Lolwah Al-Khater.

Il Matra Super 530F, dal peso di 245 kg e lungo 3,54 m, è un missile aria-aria francese. È una versione più moderna dell’R530 in servizio dal 1980. L’arma ha una portata di 25 km e la sua messa in funzione è stata definita «molto complessa» da un esperto interpellato dall’Agence France-Presse (AFP). Il missile rinvenuto a Pavia, privo di carica esplosiva ma perfettamente funzionante e pronto al riarmo, era destinato al mercato nero dove avrebbe avuto un valore di circa 500mila euro. Le indagini delle Digos serviranno a capire come il 42enne sia riuscito a procurarsi questo tipo di arma.

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