I No Tav pronti alla guerriglia: «Conte non ci conosce. Reagiremo»

24 Lug 2019 13:43 - di Sveva Ferri

Toni barricaderi e un appuntamento per sabato pomeriggio al cantiere. Il movimento No Tav reagisce alle parole del premier Giuseppe Conte con una nota su Facebook che lascia presagire un’ulteriore escalation. «Non c’erano e non ci sono governi amici, l’abbiamo sempre saputo! Dopo la diretta Facebook del Presidente Conte c’è finalmente chiarezza e come abbiamo sempre sostenuto: amici dalle parti del governo non ne abbiamo mai avuti. La manfrina di tutti questi mesi giunge alla parola fine e il cambiamento tanto promesso dal governo getta anche l’ultima maschera, allineandosi a tutti i precedenti», si legge nel comunicato.

«Sabato tutti a Chiomonte»

Il movimento, per il quale l’apertura di Conte è solo «una scusa per mantenere in piedi il governo e le poltrone degli eletti», si smarca definitivamente dai Cinquestelle, chiedendo le dimissioni di tutti i parlamentari che «si sono detti No Tav». E annuncia che andrà avanti «con la nostra lotta popolare per fermare quest’opera inutile e imposta». «Lo faremo come abbiamo sempre fatto mettendoci di traverso quando serve e portando le nostre ragioni in ogni luogo di questo Paese che siamo convinti stia con noi», si legge ancora nel comunicato. La prima mobilitazione è per sabato a Chiomonte. «Saremo migliaia», fanno sapere i No Tav, con un annuncio che, alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi, non lascia presagire nulla di buono.

E già si annuncia una nuova guerriglia

Sono gli stessi attivisti, ancora sui social, a far capire che la strada resta quella della guerriglia, se possibile ancora più dura di quella che nei giorni scorsi si è scatenata intorno al cantiere con lancio di razzi e bombe carta contro polizia e lavori. «Siamo pronti a resistere ancora, sempre: il conflitto contro l’intollerabilità del sistema non ci fa paura!», è il tenore dei post rilanciati in queste ore sulle pagine di riferimento per l’area No Tav. Conte, si legge tra l’altro, «dimostra di non conoscere la determinazione dei No Tav». «Non sa quanto costerebbe, non lo sa nessuno, ma sa perfettamente che il debito pubblico aumenterebbe. Sa – viene sottolineato – che creerà un problema di ordine pubblico e sa che la Torino-Lyon non serve a nulla».

 

 

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