È assurdo che un vignettista invochi la censura? Non per Vauro: ecco l’ultima vergogna
Incredibile ma vero: un vignettista invoca la censura. È un po’ come un cristiano che invoca Maometto. Oppure come un mafioso che invoca la legge dello Stato. O come un burocrate che lavora per la semplificazione amministrativa. O come un grillino che capisce di politica. O come un vegetariano che adora mangiare carne. Insomma, un vignettista che invoca la censura è una contraddizione in termini. Il vignettista, per definizione, è infatti un insolente che non si preoccupa se offende qualcuno con la sua matita e che pertanto non sopporta i vincoli alla libertà di espressione.
Ma a Vauro nulla è impossibile: il principe del becerume neocomunista non teme di entrare in conflitto con la logica. Naturalmente, Vauro non è un folle: è solo uno che si crede furbo. Giacché la censura non la invoca per sé o per quelli come lui, ma la chiede per gli altri, per chi non pensa comunista e per tutti quelli che non gli vanno a genio. Ecco così che Vauro ha postato sulla sua pagina Fb il tetro annuncio che Facebook ha rimosso alcuni post pubblicati sull’account della Lega per incitamento all’odio. L’intervento censorio è avvenuto a seguito della segnalazione del movimento “Cara Italia” animato dal giornalista di origine kenyota Stephen Ogongo. Si tratta di uno dei tanti “zelanti” gruppi impegnati nel combattere le manifestazioni di pensiero politicamente scorretto.
Una domanda sorge a questo punto spontanea: se Fb rimuove gli “incitamenti all’odio” che girano in Rete, che cosa dovrebbe fare degli insulti, delle offese, del livore à gogo che Vauro posta quotidianamente sulla sua pagina?
Ci sono tanti paesi in Italia, uno in particolare è quello dove tutti ti ci mandano, e non si sa se perché già visitato o per sentito dire, sarà senz’altro da vedere! Si potrebbe regalare a questo losco individuo un viaggio di sola andata e fare in modo che si goda tutto il fascino di questo beneamato paese?