Da Carola ai soldi alle ong a Vincent Lambert in Francia il declino del diritto
Da Andrea Migliavacca riceviamo e volentieri pubblichiamo
Per comprendere cosa sia la “médaille Grand Vermeil de la Ville de Paris” è sufficiente surfer en internet, come direbbero i francesi, per descrivere l’atto di navigare sulla rete, onde comprendere che si tratti di una medaglia che la città di Parigi offre quale “ricompensa”, consegnata dal Sindaco di Parigi, che celebra un «arte remarquable concernant la capitale» (frase che non richiede traduzione). L’onorificenza, istituita nel 1911, viene proposta dai membri elettivi del Consiglio o dalle associazioni di Parigi; viene anche consegnata (automaticamente) anche ai centenari parigini ed alle coppie parigine che celebrano le loro nozze, d’argento (25), d’oro (50), ecc. Esistono cinque livelli: bronzo, argento, oro, vermiglio (rosso) e gran vermiglio.
Escludendo, per ragioni anagrafiche, che il Capitano Carola Rackete abbia avuto modo di celebrare le noces de chine (80 anni di matrimonio), si deve presumere che abbia compiuto, per la città di Parigi (o estensivamente per la Francia), un atto degno di essere premiato con il massimo riconoscimento, la médaille Grand Vermeil: tale è, dunque, il salvataggio dei migranti. Ma è avvenuto nel mar Mediterraneo, in un porto italiano, su una nave battente bandiera danese e da un capitano tedesco. La Francia ed in particolare Parigi sembrerebbe estranea alla vicenda, soprattutto perché – da ciò che emergerebbe – il porto di Marsiglia (francese) avrebbe ignorato, nella migliore delle ipotesi, la richiesta di approdo rivolta dalla SeaWatch3.
Centomila euro alla Ong
In linea con questa iniziativa, lo stesso Comune avrebbe anche deliberato uno stanziamento di un contributo da centomila euro, non già per ricostruire la cattedrale gotica andata in fiamme la scorsa primavera, ma per finanziare una ONG francese, che prosegua l’opera meritoria della premiata Carola Rackete.
Nelle stesse ore, non lontano da Parigi, per espressa decisione della Corte Suprema francese, si spegneva dopo una lunga sofferenza – così descrivono le cronache – Vincent Lambert, da anni immobile nel letto di ospedale, in conseguenza di un grave trauma da incidente stradale; iniziativa quella della Corte di Cassazione francese, assunta in contrasto con la volontà dei suoi genitori.
Gli eventi sono evidentemente sconnessi tra loro, ma lasciano comunque riflettere.
Nessuna lezione da loro
In assenza di una disposizione normativa sul fine vita (in Italia, o in Francia), dovrebbe far inorridire che il destino di una persona, incapace di esprimersi, possa essere deciso – contro la volontà dei propri congiunti – da un (ristretto) collegio di Giudici, in questo caso francesi.
Allo stesso modo, risulta inopportuna l’iniziativa (di una istituzione francese) di premiare una “privilegiata”, osannata a sinistra, con una medaglia rossa (vermeil), in contrasto con la volontà delle istituzioni italiane (o almeno alcune).
Visto il declino del diritto (in Italia), difficilmente si può ricevere una lezione morale e giuridica da una nazione parimenti confusa (la Francia); diversamente non si comprenderebbe il motivo per il quale una moltitudine (ancorchè contenuta) di gilet gialli abbiano messo a ferro e fuoco molte città francesi, per contrastare la politica elitaria del suo Presidente. Risulta, inoltre, accertata la rigida politica dei respingimenti sul confine italo-francese, e parimenti acclarata l’illegittima intrusione dei gendarmi francesi sul territorio italiano, per contrastare il fenomeno migratorio.
Nessuno impartisca lezioni ad alcuno.