Corruzione a Napoli, arrestati un giudice e un consigliere municipale che sosteneva De Magistris
Dalle prime ore di questa mattina è in corso un’operazione anticorruzione della Polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di un giudice napoletano ed altri quattro soggetti indagati, a vario titolo, “per i reati di corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, traffico di influenze illecite, millantato credito, tentata estorsione, favoreggiamento personale”. La Squadra Mobile di Roma sta eseguendo l’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale a carico dei 5 indagati e contestuali perquisizioni. Il giudice coinvolto è in servizio al tribunale di Ischia, si chiama Alberto Capuano, 60 anni, in servizio presso la sede distaccata sull’isola del tribunale di Napoli ed arrestato assieme al consigliere circoscrizionale della X municipalità di Bagnoli, Antonio di Dio, all’imprenditore Valentino Cassini e al pregiudicato Giuseppe Liccardo, ritenuto da investigatori ed inquirenti vicino al clan Mallardo di Giugliano. Gli arresti domiciliari sono invece stati disposti nei confronti di Elio Bonaiuto, avvocato del foro di Napoli. Antonio Di Dio, 66 anni, il consigliere della Decima Municipalità di Napoli (Fuorigrotta, Bagnoli) che figura tra i destinatari dell’ordinanza eseguita dalla Polizia, è stato eletto nel 2016 nel parlamentino dei quartieri Fuorigrotta e Bagnoli, un territorio da oltre 100mila abitanti, con la lista “Solo Napoli” a sostegno della candidatura dell’allora sindaco uscente Luigi de Magistris. Capolista di “Solo Napoli” al Consiglio comunale era Raffaele Del Giudice, all’epoca vicesindaco e oggi assessore all’Ambiente del Comune di Napoli. Alle amministrative del 2016 Di Dio ha ottenuto 377 preferenze, un numero che ha fatto di lui il candidato più votato della lista e tra i più votati in assoluto.
«Le notizie di stampa relative all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un giudice del Tribunale di Napoli, indagato per gravissimi fatti di corruzione in atti giudiziari e, addirittura, accusato di aver avuto contatto con sodalizi camorristici, lasciano sgomenti i magistrati del Distretto», si legge in una nota della Giunta esecutiva dell’Associazione nazionale magistrati sezione di Napoli.