Boschi-Salvini, scontro (con gaffe) all’ultimo tweet. Il ministro: ha ancora il coraggio di parlare?
Non c’è niente da fare, la bella Maria Elena Boschi non molla la presa e non ha nessuna intenzione di farlo. Del resto, la preda di turno è niente poco di meno che Matteo Salvini, e la posta in palio è alta se “mettere al tappeto” il ministro dell’Interno può significare strapazzare l’avversario numero uno dei dem (in cerca di alleanze coi 5 stelle) e puntare al ribaltone. E così, parte più agguerrito che mai l’ennesimo scontro social, via Twitter per l’esattezza, tra Matteo Salvini e Maria Elena Boschi. Twitta il leader della Lega: «Ma questi hanno ancora il coraggio di parlare?». Salvini posta la prima pagina di Libero in cui si legge: “Mozione presentata da Boschi, parola d’ordine sfiduciare Salvini”. Sul social network non si fa attendere la replica di Boschi: «Caro Salvini, ho ancora il coraggio di parlare. Con noi l’Italia cresceva, c’erano più diritti e meno odio: noi abbiamo portato risultati, non rubli. Soprattutto ho ancora la libertà di parlare: come ministro dell’Interno viene pagato per garantirmela, non per attaccarmi. Bacioni».
Boschi e Salvini: sale la tensione dello scontro social
E così, non paga di aver presentato nelle scorse ore in coppia con Matteo Renzi la mozione di sfiducia contro Matteo Salvini per il caso-Metropol (mozione accolta con un sardonico sfottò dal diretto interessato), Maria Elena Boschi torna lancia in resta contro il titolare del Viminale e, accantonati fogli intestati di palazzo e post social, ignorando volutamente gli scandali di decreti salva-banche e consultazioni referendarie pagati a caro prezzo alle urne, torna alla carica con un’intervista a La Stampa. Dove la ex ministra delle riforme, guarda caso ribattezzata “Lady Etruria” anche per quelle relazioni (“pericolose”) finanziario-familiari, riferendosi alla vexata quaestio dell’affaire Mosca, punta l’indice sentenziando: «Stiamo parlando di una cosa enorme. Non so che cosa altro deve fare un ministro per meritarsi una mozione di sfiducia. Se l’opposizione non fa una mozione di sfiducia oggi a Salvini quando mai potrà farla?». Poi, tra le righe del’jaccuse, il neanche tanto velato appello ai grillini in fase di ricucitura con il vicepremier leghista: «Il governo è già in crisi – commenta la Boschi nella sua strumentale premessa –. Litigano tutti i giorni, su tutto. Se i 5 Stelle sono coerenti voteranno contro la fiducia a Salvini. Penso sia giusto farla finita con il chiacchiericcio e restituire centralità al Parlamento. Vedremo se il M5s avrà coraggio oppure salveranno Salvini per la seconda volta».
Gaffe e retromarcia di Maria Elena Boschi quando gli si fa notare che…
E guai a chi le fa notare che, proprio a casa sua, nel Pd, si mormora che i vicini della porta accanto, renziani doc neanche a dirlo, abbiano chiesto la mozione di sfiducia proprio per far abortire sul nascere un eventuale dialogo con il M5S. Guai che costano alla Boschi un plateale passo indietro mosso maldestramente nel tentativo di (come si dice a Roma) “buttarla in caciara”. «Mi sembra puro politichese. Qui stiamo discutendo di Salvini, non dei renziani», prova a metterci una pezza maria Elena Boschi. Un salvataggio in zona Cesarini che non convince, e che costringe la ex ministra ad una ennesima errata corrige: «Se i grillini pensano che vada tutto bene, sostengano Salvini. Altrimenti il governo vada a casa come noi auspichiamo»… In fondo, sperare non costa. Infierire via social, e reiterare nell’errore mediatico, invece, può avere un prezzo politico. E il Pd ancora non ha finito di saldare i suoi debiti con avversari ed elettori…