Boris Johnson alla guida del Regno Unito: “Attuerò la Brexit con o senza accordo Ue”
Boris Johnson è il nuovo leader del Partito conservatore e nelle prossime ore assumerà il ruolo di nuovo leader del governo britannico. L’annuncio della sua elezione è stato fatto dai presidenti del 1922 Committee del Partito, davanti alla platea di esponenti Tories riuniti per l’ocacsione nel Queen Elizabeth II Centre di Westminster. Nella consultazione che ha visto coinvolti i 159mila iscritti al partito, Johnson ha ottenuto 92.153 voti, rispetto ai 46.656 voti del rivale Jeremy Hunt. La partecipazione degli iscritti è stata dell’87,4%. L’ex ministro degli Esteri Boris Johnson, già largamente favorito, è stato insomma eletto del nuovo leader del partito conservatore britannico. Domani verrà annunciato il risultato del voto postale dei 160mila membri del partito, che dovevano scegliere fra Johnson e l’attuale capo della diplomazia britannica Jeremy Hunt. Il vincitore diventerà primo ministro al posto della dimissionaria Theresa May. “Boris” ha promesso che realizzerà la Brexit entro la scadenza del 31 ottobre, anche senza accordo con Bruxelles. Ma non è detto che possa riuscirsi, dato che il suo è un governo di minoranza, con l’appoggio degli unionisti nord irlandesi, che rischia di perdere i voti di deputati conservatori ribelli. L’attuale ministro delle Finanze, Philip Hammond, che sicuramente non verrà riconfermato, ha già annunciato che farà di tutto in parlamento per evitare un “no deal”. Come primo ministro, Johnson si troverà però a dover affrontare subito un’altra emergenza, quella della petroliera britannica sequestrata dall’Iran.
In mattinata Theresa May ha presieduto a Downing Street la sua ultima riunione di governo come premier. Tra i ministri che vi hanno partecipato Jeremy Hunt, il ministro degli Esteri e sfidante per la leadership tories di Boris Johnson. Presente anche Rory Stewart, il ministro della Cooperazione, che ai giornalisti, entrando a Downing Street, ha confermato che non intende partecipare a un governo guidato da Johnson. Con il lungo processo di elezione del nuovo leader conservatore conclusosi oggi pomeriggio con la vittoria scontata di Boris Johnson alla guida del partito e del Paese, alla vigilia della proclamazione ufficiale, attesa per domani mattina, sono diversi i conservatori che stanno lanciando moniti all’ex ministro degli Esteri. Per avvisarlo che rischia di non durare a lungo come primo ministro se non metterà da parte la promessa di arrivare a tutti i costi, no deal compreso, alla Brexit entro il 31 ottobre. Tra questi proprio Rory Stewart, che si è unito all’attuale ministro delle Finanze, Philip Hammond ed a David Gauke nel dire a Johnson che sono pronti a dimettersi ancora prima che possa prendere l’incarico. Ed oggi sta facendo discutere la mossa del sottosegretario agli Esteri, Alan Ducan, che si è dimesso con una lunga lettera, resa pubblica, all’ormai uscente Theresa May. Insomma, c’è un chiaro segnale politico di come Johnson a Downing Street dovrà fare i conti con un’agguerrita fronda di ribelli tories, sottolinea il Guardian.
Solo per questa frase (il titolo dell’articolo) è UNICO IN EURO-PA
noi, qualsiasi di noi (con varie sfumature, certo) siamo, in confronto dei codardi.
Bravo, bravissimo!
L’Inghilterra (senza l’euro) dopo la Brexit VOLA economicamente parlando e questo e l’unico terrore (quello che si sappia l’andamento economico dell’Inghilterra)che hanno i burocrati della finanza mondialista che ci impongono le loro regole.