Autonomia rafforzata, nuova fumata nera. Tra Lega e M5S è l’ora degli insulti

11 Lug 2019 13:57 - di Valerio Falerni

Ancora una fumata nera sull’autonomia rafforzata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Con la differenza, rispetto al recente passato, che lo stallo odierno registra un forte inasprimento dei toni tra Lega e M5S. «Invece di andare avanti si torna indietro», accusano gli uomini di Salvini. «Non lasceremo spaccare il Paese», si difendono i seguaci di Di Maio. E  meno male che il vertice convocato dal presidente Conte a Palazzo Chigi e cui hanno partecipato, tra gli altri, i due vicepremier il ministro per il Sud Barbara Lezzi, quello per le Affari Regionali Erika Stefani e il sottosegretario Giorgetti, doveva sciogliere tutti i nodi ancora irrisolti. Ma così non è stato. Anzi, la distanza tra i due partner di governo è persino aumentata. A complicare le cose, il tema della scuola con tanto di reclutamento docenti su base regionale. La Lezzi lo ammette chiaramente: «Il nodo – sottolinea – è anche sull’istruzione. Durante il primo incontro – conclude Lezzi – c’erano state una serie di osservazioni che dovevano essere recepite in un testo: siamo alla terza riunione e questo testo non c’è, di qui le difficoltà».

Sull’autonomia aumentano le distanze tra Salvini e Di Maio

Chi rischia di più politicamente è Matteo Salvini, stretto com’è nella morsa della sua nuova proiezione nazionale e la spinta autonomistica dei governatori del Nord, Fontana e Zaia. Non per caso la sua diretta su Fb è un capolavoro di equilibrismo: «L’autonomia – assicura – fa bene soprattutto ai cittadini del Sud, noi vogliamo punire i politici incapaci, incentivare il merito. Perché se uno amministra bene deve essere premiato in Calabria come in Lombardia, se fa male va punito. L’autonomia è crescere tutti insieme».

La Lega del Veneto: «Il M5s rappresenta la più grande forma di parassitismo»

L’attenzione di Salvini è però rivolta a captare gli scricchiolii che arrivano dal Nord. Zaia morde il freno fin che può, ma poi, dagli studi di Agorà Estate su Rai3, sbotta sul fondo di perequazione chiesto dal M5S a tutela delle regioni meridionali: « Questa perequazione nessuno ha capito come si deve fare. Se si deve fare con un extragettito dei nostri territori vuol dire che ancora una volta si andrà a premiare non la virtuosità, ma magari uno spreco».  Ma è dal capogruppo leghista del Veneto, Nicola Finco, che arriva la reazione più dura: «Ancora una volta – accusa – un nulla di fatto sull’autonomi, ancora una volta ci hanno preso in giro. Siamo stanchi del M5S che rappresenta la più grande forma di parassitismo italiana. Avevano promesso di rivoluzionare il Paese, e invece si sono rivelati dei veri conservatori, accentratori e assistenzialisti. Oggi i grillini rappresentano nel peggiore dei modi la centralizzazione del potere».

 

 

 

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