Marco Carta smentito da un commesso: “Gli ho visto nascondere le t-shirt in bagno”

2 Giu 2019 19:28 - di Monica Pucci

“Mi sono accorto di una coppia, un ragazzo e una donna, che si guardavano spesso attorno, come se controllassero di non essere osservati dal personale, un comportamento che mi ha insospettito, diciamo anomalo. Allora ho deciso di seguirli”. La tesi secondo cui Marco Carta sarebbe stato inconsapevole del furto delle t-shirt avvenuto sabato nella Rinascente di Milano viene smentita da un commesso del magazzino, che in un articolo di Repubblica ricostruisce tutte le fasi del presunto furto commesso da una donna in compagnia del cantante. La coppia viene vista prendere delle maglie dagli espositori e salire con la scala mobile fino al terzo piano. Entrambi vanno nei andare nei camerini, ci restano per vari minuti, poi la donna viene notata mentre passa le maglie, una alla volta, a Carta, all’interno dello spogliatoio, quindi ne viene fatta uscire una borsa e lui esce senza le magliette in mano. La sorveglianza continua a pedinarli, senza dare nell’occhio, i due vanno nei bagni, ne escono, poi lui va a pagare dei costumi alla cassa, il responsabile della sicurezza  continua a seguire i due mentre riprendono le scale mobili fino al piano terra, quando oltrepassano le barriere anti-ladro e scatta l’ allarme sonoro i due vengono invitati a rientrare per il controllo dei sacchetti e vengono trovate nelle borsa di lei “le maglie appena trafugate”.

Marco Carta è libero ma resta indagato

Nei camerino, intanto, vengono ritrovate le placche antifurto mentre nella borsa della donna viene rinvenuto un cacciavite: la donna, e forse lo stesso Carta, non sapevano che all’interno delle magliette, del valore di 1200 euro, c’erano delle altre placche anti-taccheggio, meno visibili. Secondo l’addetto alla security il piano di furto sarebbe stato concordato e messo in pratica dai due anche se il giudice non ha convalidato il fermo di Marco Carta, che resta comunque indagato.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 3 Giugno 2019

    Ciao Marco, sono un tuo “quasi” paesano. Ti ho ammirato sino a qualche giorno fa, ancora ho fiducia in te, attento però, se hai fatto qualche magagna confessala subito, e pagherai per quello che hai fatto, senza aggiungere altra benzina al fuoco che hai/avete appena sviluppato. Se è vero quello di cui sei accusato … son cavoli tuoi, e pure amari!