Il dopo Mattarella non lo deciderà Salvini. Ecco perchè ci vuole il presidenzialismo

18 Giu 2019 6:00 - di Francesco Storace

Vogliono ridurre deputati e senatori. E sia. Dicono di voler dare autonomia alle regioni. E va bene. Ma la riforma vera, quella del coraggio e della decisione con il presidenzialismo, quando la metteranno al centro dell’agenda? Oppure dobbiamo rassegnarci, con questo Parlamento, ad un altro Capo dello Stato eletto nel nome dei partiti?
Matteo Salvini, con i numeri delle attuali assemblee parlamentari, rischia di contare proprio nulla nella scelta del successore di Mattarella, di qui a pochi anni. Il mandato quirinalizio scade nel 2022. Apparentemente fra una vita. Ma la legislatura in corso sfiorirà l’anno successivo e se questo Parlamento rimane in vita, rischia di essere addirittura il Pd il decisore del prossimo presidente.

La rivoluzione da fare

Noi vorremmo invece che fosse il popolo italiano ad eleggere il nuovo presidente e i tempi per fare questa rivoluzione ci sono tutti.
Certo non avremo (per fortuna) Beppe Grillo al Colle. Il Pd non lo voterebbe e nemmeno la Lega. Qualunque Rodotà fosse in circolazione oggi avrebbe lo stesso fascino di Piercamillo Davigo su Silvio Berlusconi. Il rischio concreto sarebbe quello di una soluzione al ribasso, in perfetto stile prima Repubblica. L’elezione di un Presidente di derivazione parlamentare al tempo dei social e della politica in presa diretta sarebbe vissuto ancora una volta come uno schiaffone dal popolo italiano. Il Capo dello Stato vogliamo votarcelo da noi senza delegarne la scelta al Palazzo. E’ il popolo sovrano che deve vedersi restituito lo scettro ed è incredibile che mille deputati e senatori abbiano ancora più diritti del cittadino comune persino su chi deve salire al Quirinale.
Per favore risparmiateci lo scempio su cui si sussurra nei soliti salotti e a cui ha dato voce ieri La Repubblica. Conte lascerebbe la poltrona di Palazzo Chigi a Matteo Salvini solo in caso di ascesa personale al Colle. Quindi, presidente del Consiglio senza un voto e presidente della Repubblica ancora senza consensi popolari? Sembra un film e non certo da premio Oscar. Una prospettiva che va spazzata via senza indugio, basta con le manovre di basso profilo sulla pelle delle istituzioni. Al Quirinale deve andare un personalità che abbia i voti del popolo e non quelli di onorevoli che pure loro sono eletti per la maggior parte solo grazie ai loro partiti, per la posizione in lista.

Oggi si firma a piazza del Popolo (e anche online)

Ecco perché è importante la mobilitazione avviata da Fratelli d’Italia per raccogliere le firme per la Repubblica presidenziale. Lo si potrà fare online o ai banchetti in piazza come accadrà oggi a Roma, alle 18 in piazza del Popolo. Si tratta di mettere assieme tantissimi italiani decisi a rivendicare, comune per comune, il diritto alla propria sovranità, a partire dalla scelta di chi sarà chiamato a rappresentarci e a guidarci.
Chi parla di cambiamento ignorando questa riforma è un imbroglione che preferisce il dominio della partitocrazia. Eleggiamo sindaci e governatori, non c’è un solo motivo al mondo per non affidare agli elettori e alle elettrici la personalità politica più importante dell’Italia. Guai a fermarsi e fa bene Fdi a proseguire lungo una strada tracciata con coerenza dalla destra politica italiana nella sua storia. L’obiettivo deve essere raggiunto.

Commenti

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  • Luca 18 Giugno 2019

    Penso vi sia un’anomalia che andrebbe subito corretta: il settennato quirinalizio rispetto al quinquennio parlamentare Questa discrepanza andrebbe equiparata e la sua applicazione dovrebbe prevedere la concomitanza elettorale in caso di presidenzialismo, o l’immediata sequenza del voto parlamentare per il Capo dello Stato, alle consultazioni politiche. Uno dei prevalenti handicap per il centrodestra in questi ultimi venticinque anni, è stata la mai avvenuta, congiunzione astrale. Non si è verificato infatti, che i due pianeti ,il governativo ed il quirinalizio avessero la stessa longitudine o la stessa ascensione retta. Ed anche questo governo ne sta subendo le conseguenze. In futuro potrebbe ripetersi anche per altre forze politiche. Rimediarvi sarebbe dare più forza alla democrazia !

  • Paolo Girardi 18 Giugno 2019

    Che tempismo…Oltre a Salvini capo del Governo ci vogliamo “ciucciare” pure uno Zaia o un Giorgetti Presidente della Repubblica? Perché questo sarebbe il rischio con il vento che tira..

    • Francesco Storace 18 Giugno 2019

      se decide il popolo

  • Carlo Cervini 18 Giugno 2019

    I social-catto-comunisti dal 1946 dopo la truffa del referendum, non hanno mai mollato la poltrona del Presidente che è capo anche dei giudici e delle FF AA; non consentiranno mai l’elezione diretta di un presidente, il voto del popolo fa paura e bloccherebbe le continue angherie fiscali e normative contro di esso e dei suoi sveri.
    E’ curioso, ma in Italia, grazie alla Costituzione maxista leninista, la carta non tutela il cittadino dalle pretese del “Principe”, ma tutela lo Stato ai danni del cittadino tramite i suoi Don Rodrigo…………………..che schifo !

  • Vanessa 18 Giugno 2019

    Sono d’accordo, ma senza piattaforme dal filosofeggiante nome fico francese che si rivela una taroccata, firmiamo e basta!