Conte passa la palla a Salvini e Di Maio: ditemi se volete andare avanti, se no mi dimetto

3 Giu 2019 19:10 - di Redazione

Doveva dire cose importanti e le ha dette o meglio ha lanciato un ultimatum indispettito ai due vicepremier, Salvini e Di Maio: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato ai giornalisti e al Paese da solo, facendo prima un bilancio del primo anno di azione del governo giallo-verde ed enumerando i provvedimenti presi da un esecutivo che ha definito “cantiere riformatore”. Un elenco di misure che, ha aggiunto, vanno monitorate e seguite per valutarne l’efficacia.

Conte ha rivendicato le risposte date al bisogno di protezione delle fasce più deboli e quelle fornite alla domanda di sicurezza che saliva dal Paese attraverso il contrasto all’immigrazione clandestina. Ciò è stato possibile, ha sottolineato, attraverso un lavoro di squadra che si è interrotto con il clima teso della campagna elettorale per le europee che – ha detto Conte – è stata “molto aspra” e ha dato un’immagine di stallo del governo che è sbagliata.

Quindi il premier ha detto che il governo ha dinanzi a sé un lavoro complesso per la manovra economica, al fine di non aumentare l’Iva, e ha accennato alla trattativa in corso con l’Europa per evitare all’Italia una procedura di infrazioni. “Questo sarà fino alla fine il governo del cambiamento, come promesso all’inizio”. “Ma non posso fare tutto questo da solo”, ha aggiunto Conte e da questo momento in poi si è rivolto ai leader delle due forze di maggioranza. “Viviamo i postumi di una condizione di supereccitazione e questo clima non giova all’azione di governo”. La parola d’ordine da seguire dovrà essere d’ora in poi: sobri nelle parole e operosi nell’azione.

Basta quindi “indugiare nelle freddure o nelle provocazioni”, basta con le sparate a mezzo stampa, con le veline e con le polemiche sterili. La fase 2 del governo dovrà essere improntata alla “leale collaborazione” e al rispetto della “grammatica istituzionale”. Conte ha chiesto una risposta rapida e chiara a Lega e M5S “perché il paese non può attendere”: “Chiedo alle forze politiche di dirmi e di dirci se hanno intenzione di continuare sulla base del contratto di governo stipulato ovvero se preferiscono riconsiderare questa posizione in vista di una prova elettorale per consolidare la propria posizione o per riscattare una sconfitta”.  E ha concluso: “Non mi presto a vivacchiare o a galleggiare, se non ci sono le condizioni rimetterò il mandato”.

 

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