Vuoi lavorare per la Regina Elisabetta? Buckingham Palace cerca personale su Linkedin

18 Mag 2019 17:19 - di Guido Liberati

La regina Elisabetta ha messo un annuncio di ricerca di personale qualificato sul web. Come avrebbe potuto fare qualsiasi imprenditore o manager. Succede nel Regno Unito e la cosa ha impressionato chi, come noi, è abituato a procedure più complesse. O meno trasparenti.

L’annuncio di Buckingham Palace su Linkedin

La Regina Elisabetta cerca un social media manager

Queen Elizabeth cerca, infatti, un social media manager per la gestione del suo account e di quelli “royal family”. L’annuncio, diffuso dalla Royal Household anche attraverso Linkedin, fa riferimento alla figura di un Digital Communications Officer che dovrà occuparsi di “comunicazioni reali” a Buckingham Palace. Lo stipendio si aggira sulle 30.000 sterline all’anno. L’impegno richiesto, tra lunedì e venerdì, è di 37,5 ore settimanali. Il punto di partenza, si legge nell’annuncio, è chiaro: “La consapevolezza che il contenuto sarà visualizzato da milioni” di persone. Per questo, “si tratta di trovare nuove soluzioni per mantenere la presenza della Regina al centro del palcoscenico mondiale. Questo è ciò che rende eccezionale la possibilità di lavorare per la casa reale”. Il social media manager dovrà fare in modo che “i nostri canali digitali suscitino interesse in maniera rilevante e raggiungano un’utenza ampia”. L’annuncio indica i requisiti indispensabili per presentare la candidatura e specifica che c’è tempo fino al 26 maggio per farsi avanti.

La Regina Elisabetta cerca sul web, il Quirinale fa i concorsi

Alla lettura della notizia, sui social, qualche utente italiano ha fatto i doverosi paragoni su come funzionano le cose in Italia. E c’è chi ha ripescato il concorso del Quirinale per la selezione di un figura che si occupasse della tenuta presidenziale di Castelporziano. Un concorso che, dopo complicate selezioni tra 577 candidati, portò alla vittoria di una candidata dal curriculm inattaccabile. La figlia dell’ex vicesegretario generale del Quirinale. Una procedura corretta e trasparente, ma che lasciò l’amaro in bocca agli altri. E, inevitabilmente, molti veleni.

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