Trump non recede dalla sua guerra con la Cina: “Questa storia mi farà vincere le elezioni….”
Donald Trump non intende fermarsi, tanto meno retrocedere nell’escalation della guerra commerciale con la Cina. Ed è convinto che lo scontro con Pechino piace alla sua base elettorale e l’aiuterà a vincere la rielezione nel 2020. È quanto va ripetendo il presidente a suoi consiglieri e alleati, secondo quanto rivela il Washington Post citando fonti dell’amministrazione e consiglieri esterni di Trump ai quali il presidente ha spiegato di essere determinato ad andare avanti, anzi intensificare lo scontro nonostante la turbolenza dei mercati globali e la crescente preoccupazione anche tra i repubblicani. La sfida di Trump a Pechino affonda le radici in decenni di politica in cui i cinesi sono stati visti come “i cattivi” del quadro economico, ma non solo: in realtà gli Usa di Obama hanno perso soldi in questo ocnfronto, e gli americani lo sanno.. Ed è dettata dal desiderio, tutto elettorale, di Trump di rispettare la promessa centrale della sua campagna elettorale del 2016: trasformare drasticamente le relazioni commerciali con la Cina. Insomma, anche in questo caso Trump sembra intenzionato a governare seguendo i suoi istinti, senza ma e senza se. E si sarebbe molto irritato quando, domenica scorsa, il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, incalzato dalle domande dell’emittente amica Fox news, ha dovuto ammettere che sono i consumatori americani – e non i cinesi come sostiene Trump, alla fine a pagare per i dazi. “Trump ha telefonato a Larry e si sono chiariti”, ha detto una fonte della Casa Bianca, anche se, affermano altre fonti, i toni della conversazione sono stati cordiali. Mentre l’ex consigliere economico di Trump, Gary Cohn, che ha lasciato la Casa Bianca in forte opposizione con la politica dei dazi, è convinto che Trump voglia mantenere viva la questione della guerra commerciale perché la ritiene una carta elettorale vincente. L’ex Goldman Sachs, durante un “Cocktails and Conversation” di repubblicani in un ristorante newyorkese, non ha nascosto la preoccupazione di come questo possa danneggiare l’industria agroalimentare Usa. E affermato che le promesse di Trump di sussidi sono come curare un cancro con i cerotti, secondo quanto riferito da uno dei partecipanti alla serata. Anche secondo Stephen Moore, economista conservatore che Trump aveva considerato come membro della Federal Reserve Board, la strategia del presidente è “alto rischio, ma fare marcia indietro non rientra nella sua personalità”. “I dazi sono armi spuntate – ragiona Rob Porter che quando era segretario dello staff alla Casa Bianca ha avuto molte discussioni con Trump sull’argomento – posso infliggere danni ai competitori ed essere una leva durante i negoziati. Ma possono anche avere conseguenze importanti per la catena di distribuzione ed i produttori e consumatori interni. Ogni decisione sui dazi dovrebbero comprendere – conclude – delle attente considerazioni su tutte queste conseguenze”. Insomma, comesi vede, la campagna anti-Trump del democrat Washington post prosegue….