Sul mare di quattrini della Rai a Fabio Fazio Corte dei Conti con i riflettori accesi

10 Mag 2019 6:00 - di Francesco Storace

Alla fine dovrà rinunciare al Rolex. Fabio Fazio resta nel mirino della Corte dei Conti e aumentano le voci di un forte interesse della magistratura contabile ai costi del conduttore della Rai.
Da una parte le notizie di siti come Lettera 43, poi il vorticoso chiacchiericcio nei palazzi della politica, tutto lascia pensare ad una bomba niente male.
Nel mirino c’è un’intesa sottoscritta dall’amministratore delegato Salini con la società L’Officina. Questa è di proprietà di Fazio al 50 per cento e ciò già pone un problema che potrebbe essere sollevato in commissione di vigilanza. Ma quel che si è appreso – e questo sta scatenando i dubbi dei magistrati – è il cosiddetto “sottosoglia”. In Rai, la competenza è dell’Ad per contratti fino a dieci milioni di euro. Quello con l’Officina, annuale, si ferma a 9,6 milioni

Governo del cambiamento fatto fesso

Aggiungiamoci che l’accordo risale a settembre scorso, con il governo del cambiamento fatto fesso. A dispetto delle urla quotidiane contro di lui, Fazio vanta solide e indistruttibili relazioni a viale Mazzini. Insomma, paghiamo una decina di milioni di euro l’anno per la ditta. In più 2,2 milioni per la prestazione del conduttore. Il sito lospecialista.it conteggia altri cinque milioni e passa di costi esterni di rete e quelli interni ed esterni di produzione.
Compresi 6500 euro di bruscolini a puntata per Carlo Cottarelli, per le annesse borse di studio per l’Università Cattolica di Milano. Di tasca nostra.
L’istruttoria della Corte dei Conti è ancora in corso, a dispetto di chi parlava di archiviazione già avvenuta.
Stavolta va dato atto alla tenacia di un deputato del Pd, Michele Anzaldi, che inviò tempo addietro un esposto all’autorità anticorruzione proprio sui compensi di Fazio, che invece Zingaretti sottovaluta. L’Anac ha deliberato, inviando a sua volta a Rai e Corte dei Conti una delibera in cui ha considerato “non conforme al codice dei contratti” l’accordo sottoscritto con l’azienda pubblica.

Porti pubblicità e ti fai la trasmissione

A quanto se ne sa, la replica di viale Mazzini è la solita. La trasmissione ricava in entrate più di quanto spende. Buono a sapersi. Per mantenere in piedi in prima serata un programma propagandistico, bisogna procurarsi quattrini a sufficienza per iniettare informazione a senso unico nelle case dei cittadini. Vedremo se ci sarà altrettanta disponibilità per chi viene da destra…
Comunque, sarà il sostituto procuratore Massimiliano Minerva a decidere sul da farsi.
Sempre Lettera 43 parla di ben 600 esposti sulla Rai in Corte dei Conti, a conferma che di quanto forte sia la denuncia di sprechi che neppure il nuovo corso di Foa pare non riuscire ad arginare.
La commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai potrebbe avere quindi materiale su cui tornare a lavorare.
Anche perché – ma alla sinistra zingarettiana non lo hanno fatto sapere altrimenti non difenderebbe il ricco compenso del conduttore – c’è un documento preciso approvato un paio di anni fa. Una risoluzione che vieta l’affidamento di programmi a conduttori che siano anche titolari di società di produzione. Qualcuno dovrebbe verificare perché quel documento di indirizzo non trova applicazione nel caso di Fabio Fazio.
Lassù qualcuno lo protegge. Ma siccome l’azienda è di servizio pubblico quel che dice la vigilanza Rai dovrebbe essere un obbligo…

Commenti

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  • Franco Prestifilippo 10 Maggio 2019

    Sarebbe ora di far luce …..!!!!!